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La truffa dell’abbonamento che si rinnova in automatico: un giro d’affari da mezzo miliardo di dollari

La truffa dell’abbonamento che si rinnova in automatico: un giro d’affari da oltre mezzo miliardo di dollari. Ecco come scovarle, perché vanno tanto in voga e chi colpiscono. 

La schermata di conferma per la sottoscrizione di un abbonamento

Il mondo delle app è sempre più insidioso e pericoloso. A confermarlo l’ennesimo case study, portato avanti e condiviso con il mondo da Avast. Sono oltre 200 le applicazioni, secondo il noto servizio di sicurezza online, ad essere coinvolte nel cosiddetto elenco dei fleeceware. Sia su App Store di Apple che su Play Store di Google, non mancano app in grado di “spillare” – letteralmente – soldi dalle carte di credito di poveri ed ignari consumer.

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Ma cosa sono i fleeceware? Si tratta di applicazioni a metà fra il lecito e l’illecito ma che, a conti fatti, assumono a tutto tondo l’aspetto di una truffa. L’utente, una volta scaricato il servizio apparentemente gratuito, si vede addebitata una somma (a volte piuttosto consistente) per un abbonamento che, inconsapevolmente, ha sottoscritto con l’app. Il classico periodo di prova gratuito che, una volta scaduto, diventa ovviamente a pagamento. A differenza di altre app, i fleeceware giocano sul fatto che non tutti gli utenti sono in grado di disdire l’abbonamento o, addirittura, non fanno caso al termine oltre il quale l’app diventerà a pagamento.

Questo comporta l’esborso di cifre anche piuttosto consistenti, che vanno da poche decine ad addirittura centinaia di euro. Una pratica che ad oggi genera un traffico di denaro intorno al mezzo miliardo di dollari. Le oltre 200 app segnalate da Avast hanno inoltre racimolato la cifra record di 1 miliardo di download. Quindi si tratta di app anche piuttosto popolari che, grazie alla loro fasulla gratuità, vengono scaricate con leggerezza.

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Il target verso cui i fleeceware si orientano è prevalentemente quello dei più giovani o dei più anziani. Una forbice che esclude chi sa dove mettere le mani per disdire prontamente un abbonamento o pone particolare attenzione ad un eventuale rinnovo a pagamento dello stesso. A questo punto viene da chiedersi cosa potrebbero fare Google ed Apple per tentare di contenere la pratica. Come suggerito da Avast, l’utente dovrebbe ricevere una notifica dallo store con all’interno la possibilità di scelta fra il pagamento dell’abbonamento o la dismissione immediata dell’app. Un piccolo passaggio che permetterebbe sicuramente di smorzare sul nascere la stragrande maggioranza delle truffe.

Fabio Alberti

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