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Atari Jaguar, la redenzione: vale più adesso che prima

Da top a flop. Quando Atari decise di puntare tutto su Jaguar, una potente piattaforma di nuova generazione, addirittura etichettata come il “il primo sistema a 64 bit”, non fece i conti con un pubblico che digerì a fatica il radicale cambiamento. Gli andò proprio di traverso. Chissà che, ora, nel nuovo Millennio ci sia la redenzione per Atari Jaguar.

Atari, il logo (Adobe Stock)

Correva l’anno 1993, la Cecoslovacchia cessa di esistere e si divide in due nuovi soggetti di diritto internazionale (la Repubblica Ceca con capitale Praga e la Slovacchia, con capitale Bratislava), in Italia trionfa Enrico Ruggeri con Mistero. Così, mentre Jiang Zemin diviene Presidente della Repubblica Popolare Cinese, negli Stati Uniti Atari per competere con le console a 16 bit di Sega e Nintendo, lancia Jaguar.

Atari Jaguar, un successo solo di nicchia

Atari, console Anni Novanta (Adobe Stock)

La console venne lanciata come 64-bit per una scelta di marketing. Andava di moda, infatti, in quei tempi parlare di bit nelle campagne pubblicitarie, in realtà Atari Jaguar nel suo interno non aveva un’unica CPU a 64 bit, utilizzava invece una collezione di processori con un bus di ampiezza variabile da 16 a 64 bit.

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La nuova console di Atari prometteva di essere rivoluzionaria, innovative e superiore nelle caratteristiche tecniche a tutte le altre console concorrenti di Sega e Nintendo. Tante parole, ma pochi fatti visto che i produttori di videogiochi non si dedicarono mai realmente a questa piattaforma, dal momento che pochissimi giochi furono immessi sul mercato.

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Nei suoi tre anni di vita e produzione, il Jaguar ebbe un successo di nicchia: gli appassionati di console e molti giovani sviluppatori indipendenti crearono diversi giochi per la piattaforma statunitense. Si tennero anche diverse convention dove vennero mostrati alcuni rari titoli mai rilasciati sul mercato. Ma rimase tutto circoscritto.

Comunque Atari Jaguar, assieme alla console portatile Atari Lynx, passa alla storia per l’ultimo sistema ad essere sviluppato, ma siccome Atari non voleva nessun coinvolgimento diretto nella produzione dell’hardware, entrambe le console vennero prodotte da terzi.

Una storia che adesso potrebbe essere riscritta. Dopo la fusione Atari / JTS, il grosso del rimanente inventario Jaguar è rimasto invenduto; questi sarebbero stati finalmente trasferiti a Tiger Software, un liquidatore privato, il 23 dicembre 1996.

Nel 1998, JTS ha venduto il nome Atari e tutte le proprietà Atari a Hasbro Interactive. Adesso un Atari Jaguar può valere centinaia e centinaia di euro. Attenzione alla scatola originale, la console potrebbe variare di prezzo.

Antonino Gallo

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