Apple condannata a pagare una salatissima multa per violazione di proprietà intellettuale. Cupertino non si rassegna e annuncia ricorso.
Apple ha violato la proprietà intellettuale di Personalized Media Communications e ora dovrà pagare una salatissima multa da 308,5 milioni di dollari. Lo ha deciso la scorsa settimana una Giuria Federale del Texas, secondo cui il colosso di Cupertino ha infranto il brevetto di una applicazione per la gestione del copyright digitale, creato e detenuto appunto da Personalized.
L’applicazione il cui brevetto è stato violato si chiama ironicamente FairPlay, e serve per proteggere contenuti digitali con un tipo di crittografia che può essere decifrata solo utilizzando un dispositivo autorizzato. In pratica, chi acquista il contenuto riceve in automatico sul proprio iPhone, iPad o Macbook una chiave per decrittarlo. In alternativa, tale chiave può essere invece riferita alo specifico utente (e di cosneguenza ai ogni suo device). Senza di essa, FairPlay renderebbe il file inaccessibile.
Personalized Media Communications ha denunciato Apple nel 2015, accusandola di aver utilizzato un’altrui invenzione per proteggere le app vendute su iTunes, App Store e Apple Music. Dal canto suo, la Mela Morsicata ha provato a difendersi impugnando con successo il caso di fronte all’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti. Ma la decisione è stata successivamente revocata dalla Corte d’Appello.
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Si arriva quindi alla sentenza della scorsa settimana, in cui il Giudice Distrettuale del Texas, Rodney Gilstrap, ha rigettato l’annullamento del brevetto di Personalized Media richiesto da Apple. La sentenza è stata addirittura appesantita in termini di risarcimento: la querelante aveva infatti chiesto 240 milioni di dollari per lo sfruttamento indebito del proprio brevetto. Il giudice invece ha sanzionato Apple in misura proporzionale ai numeri delle vendite dei prodotti digitali protetti da FairPlay, comminandogli una multa da 308,5 milioni di dollari.
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Decisamente piccata la reazione della società governata da Tim Cook, che ha fatto sapere a Bloomberg come “casi di questo genere” siano di “ostacolo all’innovazione” e “finiscano per danneggiare i consumatori”. Nella dichiarazione raccolta dalla prestigiosa testata americana d’affari, Apple ha bollato Personalized come “società che non produce né vende alcun tipo di prodotti”. Sempre secondo Bloomberg, Personalized Media Communications ha avuto o ha in corso altri contenziosi con il mondo delle big tech, sempre riguardo alla presunta violazione di proprietà intellettuale. L’anno scorso ha infatti perso una causa contro YouTube e in seguito ha anche denunciato Netflix.
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