Google taglia della metà i costi di distribuzione per i piccoli sviluppatori, ma il papà di Fortnite non ci sta: “Loro e Apple sono un monopolio”.
Google taglia della metà i costi di distribuzione per i piccoli sviluppatori che vendono le proprie app sul Play Store. La decisione di Big G segue nel dettaglio quella presa da Apple già lo scorso novembre: i produttori con meno di un milione di dollari di revenue annuale non pagheranno più il 30% di commissione sui loro download, ma solo il 15%. La commissione resta invece identico per chi supera la suddetta soglia di entrate.
Una scelta che secondo Google influenza positivamente il 99% delle software house che vendono i loro prodotti sul Play Store. Proprio come sottolineato a suo tempo da Apple, ora le imprese più piccole potranno utilizzare i soldi risparmiati sulla distribuzione per espandere la loro attività, fare assunzioni e potenziare il loro marketing. Davvero una grande notizia in un momento di crisi economica globale, giusto? Sbagliato, almeno secondo il papà di Fortnite. Vediamo perché la mossa dei due colossi tecnologici ha mandato su tutte le furie Tim Sweenie, CEO di Epic Games che produce il videogioco/social forse più popolare del momento.
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Epic Games è fra i grandi sviluppatori che non beneficerà dello sconto dei due store. Ma, naturalmente, non è questo a preoccupare Tim Sweenie, uno degli imprenditori che probabilmente ha giovato di più dal massiccio passaggio alla vita virtuale determinato dalla pandemia di Covid. La Epic è una delle voci importanti che accusano Apple e Google di minare il libero mercato, impedendo agli sviluppatori di reclamizzare i punti vendita indipendenti dove gli utenti possono comprare i loro prodotti a prezzi ridotti.
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Ecco perché la decisione di Google ha mandato Sweenie su tutte le furie: “Il modo in cui allineano le loro strategie e il loro approccio monopolistico fa paura. Se il mercato fosse libero i prezzi delle app sarebbero di gran lunga più bassi”, scrive su Twitter. “Danno il contentino alla stragrande maggioranza degli sviluppatori, che ora saranno più docili e meno inclini a combattere. Così Google e Apple potranno continuare a gonfiare i prezzi e a spennare i consumatori“. Una posizione durissima e allo stesso tempo difficile da confutare, su cui dovranno pronunciarsi le autorità antitrust.
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