Sull’Iss, la stazione spaziale internazionale, sono stati scoperti tre diversi batteri mai visti prima dall’uomo. Ad effettuare la scoperta sono stati alcuni ricercatori statunitensi, in collaborazione con i colleghi indiani, che hanno appunto isolato quattro ceppi di cui tre mai catalogati prima.
La notizia è emersa solo in queste ore, ma i batteri sarebbero stati isolati diversi anni fa, precisamente fra il 2015 e il 2016; si tratta di batteri che sono stati rinvenuti in diverse zone della stessa stazione spaziale internazionale: il primo è stato trovato su un pannello sopraelevato, il secondo nel modulo Cupola, e il terzo su un tavolo da pranzo dove si cibavano gli astronauti. Infine il quarto, rinvenuto su un vecchio filtro HEPA. I quattro ceppi identificati appartamento ad una famiglia di batteri tipici della flora del suolo umido e dell’acqua dolce, e riguardano in particolare l’azotofissazione e la crescita delle piante. Si tratta quindi dei cosiddetti “batteri buoni” utili per coltivare le piante, e non di elementi nocivi all’uomo.
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Secondo gli esperti non è da escludere che le coltivazioni presenti da anni sulla Iss abbiano aiutato appunto alla creazione di questi batteri, che si sono poi sparsi un po’ in tutta la stazione. Il team del genetista Swati Bijlani della University of Southern California, ha proposto di chiamare la nuova specie di batteri con il nome di “Methylobacterium Ajmalii”, in onore di una noto scienziato indiano: “Per coltivare piante in luoghi estremi – hanno fatto sapere i ricercatori che hanno fatto l’importante scoperta – dove le risorse sono minime, l’isolamento di nuovi microbi che aiutano a promuovere la crescita delle piante in condizioni di stress è essenziale”.
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I risultati della ricerca sono stati in seguito pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Microbiology, e stando a quanto sottolineato dagli scienziati si tratterebbe solo di una parte infinitesimale dei batteri presenti sull’Iss, dove sono già stati raccolti più di 1000 campioni che sono in attesa di tornare sul nostro pianeta per essere analizzati e studiati. Kasthuri Venkateswaran e Nitin Kumar Singh, altri due membri del team, hanno aggiunto, spiegando che la scoperta dei batteri: “Contribuirà ulteriormente a identificare i determinanti genetici che potrebbero essere responsabili del miglioramento della crescita delle piante in condizioni di microgravità e contribuire allo sviluppo di colture vegetali autosufficienti per missioni spaziali a lungo termine in futuro”.
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