C’è da capire i motivi, ma in Cina Signal è stato “oscurato”, non funziona più: al netto dell’utilizzo di VPN, quel un servizio attraverso cui si cripta il traffico internet proteggendo l’identità online. Lo rivela l’autorevole Reuters.
Le autorità cibernetiche cinesi negli ultimi tempi sono diventati sempre più severe in ambito di social, aumentando i divieti perfino sulle app. Lo stesso sito di Signal era inaccessibile.
L’app della messaggistica istantanea centralizzata che consente di effettuare chat e chiamate audio-video crittografate è ancora disponibile nell’App Store cinese, tant’è che nella vicina Hong Kong, tutto normale. In Cina no.
Signal oscurato: i silenzi assordanti delle parti in causa
Silenzi assordanti anche dalla parte di Signal che non ha risposto a nessuna richiesta di commento su ciò che sta accadendo nella nazione popolosa dell’Asia Orientale. Nemmeno da Cyberspace Administration of China hanno risposto alle richieste di delucidazioni al riguardo. L’app, chiaramente, non è disponibile negli store Android in Cina, dove i servizi Google sono in gran parte bloccati.
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Si va avanti, dunque, con le indiscrezioni. Che fanno rima con le supposizioni di Reuters. L’agenzia di stampa britannica non si sorprende più di tanto visto che non è la prima volta che questo fenomeno accade da quelle parti. Già in passato Signal aveva smesso di funzionare senza alcun preavviso, talvolta anche per giorni interi prima di un improvviso ripristino, con o senza VPN. Chiaramente senza nessuna comunicazione in merito.
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Signal è stato scaricato da oltre cinquecento mila utenti solo iOS in Cina, che diventano circa 100 milioni in tutto il mondo, considerando App Store e Google Play insieme, secondo la società di dati Sensor Tower.
L’app mobile all-in-one di Tencent WeChat è l’app di messaggistica dominante in Cina, con le sue funzioni di pagamento e altri servizi, vanta oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo.
Un brusco stop, dunque, per Signal, in forte ascesa fra le app di messaggistica soprattutto dopo quel “pasticciaccio” brutto di inizio anno sulla privacy da parte di WhatsApp, che ha aggiornato i suoi termini sulla privacy, riservandosi il diritto di condividere i dati degli utenti, inclusi posizione e numero di telefono. Una scelta che ha creato non solo tanti grattacapi all’app facente parte del gruppo Facebook, ma anche prodotto l’ascesa di Signal (e anche Telegram).
In Cina, invece, domina WeChat di Tencent, l’app mobile all-in-one che, con le sue funzioni di pagamento e altri servizi, vanta oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo.