L’azienda Tesla, nota fabbrica di automobili a cui capo vi è Elon Musk, è finita nelle ultime ore al centro delle cronache per i numerosi casi di coronavirus scoperti al suo interno. Come riferito dal Corriere della Sera citando il Washington Post, fra maggio e dicembre dell’anno scorso, durante la riapertura dello stabilimento di Bay Area, a San Francisco (stato della California), ben 450 dipendenti sono risultati essere positivi al coronavirus.
In quel periodo tutta la contea di Alameda aveva l’ordine di rimanere a casa per contenere la diffusione del virus, e di conseguenza le attività produttive si erano fermate, ma non quella di Musk, che invece aveva prima bloccato gli impianti per poi rimetterli in moto, facendo tornare a lavoro circa 10mila lavoratori, dopo aver raggiunto un accordo con le autorità. Non si sa ovviamente se i contagi siano dovuti alla Tesla ma è chiaro che “rinchiudere” così tante persone sotto un unico tetto nonostante i divieti potrebbe aver favorito la propagazione del virus.
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La notizia è emersa solo in queste ore in quanto all’epoca il dipartimento della sanità pubblica della contea di Alameda non poteva rivelare i dati per via dell’Health Insurance Portability and Accountability Act, la legge che garantisce la privcay sulle cartelle cliniche, ma oggi, grazie alla sentenza del tribunale, il portale PlainSite (per la trasparenza legale) ha appunto ottenuto i documenti ufficiali circa i contagi avvenuti nell’azienda di Tesla. All’epoca della riapertura Elon Musk aveva pubblicato anche un tweet in cui diceva: “Tesla sta riavviando la produzione oggi contro le regole della contea di Alameda. Sarò in linea con tutti gli altri. Se qualcuno viene arrestato, chiedo di essere solo io”.
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Già a giugno dell’anno scorso il quotidiano di Washington aveva affermato di essere a conoscenza di alcune persone risultate positive al covid dopo la riapertura, indiscrezioni che sono state appunto confermate in queste ore. Tra l’altro, sempre secondo al WP, Tesla aveva rassicurato i suoi dipendenti che non se la sentivano di tornare a lavoro per via del covid, di restare tranquillamente a casa, ma stando al quotidiano fra il giugno e il luglio del 2020, chi non è rientrato in fabbrica è stato raggiunto da una lettera di licenziamento, una sorta di danno oltre la beffa. Al momento Elon Musk non ha ancora commentato queste indiscrezioni ma siamo certi che a breve farà sentire la sua voce.
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