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Curiosità

Ecco un modo per individuare i profili deepfake

Grazie ad uno studio effettuato dagli scienziati dell’Università di Buffalo, ora esiste una tecnica per scovare i profili deepfake sui social.

Deepfake

 

Sono sempre di più gli account falsi sulle piattaforme social e sulle chat. In alcuni casi, è possibile capirlo da pochi indizi, altre volte i profili vengono confezionati in modo così meticoloso che è impossibile individuarli. O quasi.

A quanto pare, gli scienziati dell’Università di Buffalo sono riusciti a sviluppare una tecnica per identificare alcuni profili deepfake.

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La tecnica per individuare i profili deepfake

GAN

La ricerca di Buffalo riguarda un sistema che funziona con i modelli GAN (generative adversary network). Il documento pubblicato dagli esperti dell’Università spiega che questa tecnica è in grado di rilevare immagini deepfake di profili ingannevoli.

Come molti sanno, il deepfake è un meccanismo che sfrutta l’intelligenza artificiale per sovrapporre il volto di una persona ad un’altra. È stata anche usata per creare falsi video pornografici ritraenti celebrità e per il revenge porn. Altre volte per creare fake news, bufale e truffe, per compiere atti di cyberbullismo o altri crimini informatici di varia natura.

Dunque, un mezzo molto pericoloso che trae facilmente in inganno.

Il metodo sviluppato dai ricercatori di Buffalo si focalizza sugli occhi della persona presente nell’immagine o video. In una foto reale, il riflesso della luce all’interno degli occhi è uguale per entrambi. Nel caso dei deepfake, non sono uguali, anche se possono sembrarlo.

C’è sempre un riflesso nelle pupille all’interno di un’immagine o un video, cosa a cui non sempre facciamo caso. Un elemento molto importante per questo riconoscimento: i due riflessi devono essere perfettamente identici per attestare che si tratta di una persona reale.

Nel documento relativo alla ricerca, infatti, viene riportato: “I volti sintetizzati con GAN possono essere mostrati con i riflessi speculari corneali incoerenti tra due occhi”.

Si tratta, naturalmente, di un dettaglio estremamente piccolo, difficile da rilevare. In molti casi, saranno necessarie apparecchiature specifiche e molto sofisticate.

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Sta di fatto che questa scoperta potrebbe rivoluzionare il web e potenziare la cyber security, riducendo al minimo i profili deepfake e riportando delle garanzie sulla privacy degli utenti delle diverse piattaforme social.

Rita Riccio

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