Il lancio di iOS 14 lo scorso ha messo sotto la lente d’ingrandimento la cura della privacy dell’utente con funzioni strettamente legate alla gestione delle informazioni veicolate; ma social come Facebook sembrano risentiti per le nuove forma di tutela. Vediamo come e perché.
Sin dall’avvento della nuova versione di iOS lo scorso settembre la casa di Cupertino ha dimostrato di porre grande attenzione alla privacy. Ma in modo particolare alla segnalazione e alla gestione circa le modalità di utilizzo dei dati dell’utente da parte di applicazioni di terze parti.
Ma è con il rilascio di iOS 14.5, ormai imminente, che la crociata di Apple a favore della privacy diventerebbe più aspra. Andando a sfavore delle vetrine online offerte da alcuni circuiti di advertise.
Tra le aziende più colpite ci sarebbe proprio il social di Mark Zuckerberg, su posizioni non molto favorevoli alle politiche tracciate dall’azienda capeggiata da Tim Cooks.
A preoccupare i vertici di Facebook – come spiegano alla CNBC alcuni ex addetti ai lavori del social – sembrerebbe essere una nuova funzionalità che arriverà con il prossimo update di iOS: App Tracking Transparency e che andrebbe ad intaccare le dinamiche del sistema pubblicitario usato.
Con l’attivazione della nuova funzione in iOS 14.5 – che a quanto pare dovrebbe essere abilitata per default – le app che fanno uso dei dati dell’utenti non potranno più effettuare alcuna operazione di tracciamento senza l’autorizzazione espressa dell’utente.
Ma come avvengono esattamente questi passaggi? Attraverso un id univoco di riconoscimento, chiamato IDFA (Identifier for advertiser), la piattaforma raccoglie una serie di informazioni sull’utente che clicca su una determinata pubblicità.
I dati catturati vengono registrati dai venditori e ricondivisi con Facebook per verificare che a quell’IDFA corrisponda effettivamente un profilo che ha visualizzato quel tipo di pubblicità. E a quali utenti, sulla base dei dati accumulati, targetizzare un certo tipo di annuncio.
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Come riporta il portale 9to5mac, una delle preoccupazioni maggiori manifestate dal social è quella che gli inserzionisti possano migrare su altre tipologie di piattaforme pubblicitarie come Google Ads. Motivando la preoccupazioni con le possibili perdite che i piccoli inserzionisti potrebbero subire.
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Ma ci sono davvero rischi per le piccole imprese che veicolano i loro annunci su Facebook? Da quanto riporterebbe un ex dipendente del social, parrebbe di no. In quanto aziende minori, avendo una località geografica ben specifica, troverebbero una maggior facilità individuando il pubblico target senza necessità di ricorrere all’utilizzo delle informazioni tracciate con l’IDFA.
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