Fugaku operativo al 100%: con 442 quadrilioni di operazioni al secondo, ci aiuterà a vincere sfide come pandemie e cambiamento climatico.
È entrato in funzione a pieno regime Fugaku, il super-computer più veloce al mondo per velocità di calcolo e una manciata di altri parametri. Il calcolatore “monstre” è stato sviluppato dalla società giapponese Riken, la controllata statale che martedì 9 marzo 2021 ha avviato la macchina al pieno della potenza, con circa tre settimane d’anticipo rispetto ai piani, che prevedevano la totale accensione solo a inizio aprile.
Parzialmente operativo da aprile 2020, si pensa che Fugaku potrà darci una grossa mano a combattere la pandemia di Covid-19. In grado di processare oltre 442 quadrilioni di operazioni al secondo, è stato utilizzato per predire come le ahinoi celeberrime droplets diffondono il virus da umano a umano, nonché possibili terapie e strategie di contenimento della pandemia. Tanto per mettere le cose in prospettiva, un quadrilione corrisponde a un milione di miliardi, ovvero a un 1 seguito da 15 zeri. Se questo numero non vi ha fatto venire le vertigini, continuate pure a leggere.
Fugaku è interamente made in Japan. Come dicevamo, è stato messo a punto da Riken, che si è avvalsa della partnership con Fujitsu. Costato un miliardo di euro, è il successore del super-computer K, andato in pensione nel 2019. Lo scorso anno è stato eletto per due volte consecutive calcolatore più veloce del mondo per distacco, a giugno e novembre 2020, nell’ambito del progetto US-Europe Top 500. Per intenderci, il secondo classificato è stato Summit, messo a punto dall’americana Oak Ridge National Laboratory, che ha un terzo della velocità di calcolo.
Ma la velocità non è ovviamente la sua unica prerogativa. I suoi primati si allargano ad altre tre applicazioni, che corrispondono ad altrettanti criteri di misurazione nel progetto US-Europe Top 500: applicazioni industriali (practical simulation calculations), applicazione dell’intelligenza artificiale e deep learning, e big data analytics. E non è un caso, perché Fugaku è stato concepito come macchina che sfrutta la sua smisurata potenza in combinazione con delle applicazioni concrete.
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Dietro alla filosofia e ai circuiti del super-computer nipponico c’è Satoshi Matsuoka, direttore del Centro di Computational Science della Riken. “Il successo del progetto dipende da quanto riusciremo ad mettere in atto applicazioni davvero significative per la società”. Tra queste, si contano oltre cento progetti di ricerca che includono Coivd-19, cambiamento climatico e intelligenza artificiale.
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Tutto ciò grazie ai 160mila A64FX che lo alimentano. Si tratta del primo chip di produzione giapponese utilizzato anche da un’azienza statunitense, la Cray Inc. (sussidiaria di Hewlett Packard). “Se pensate a quanto sia difficile indovinare le previsioni del tempo da qui a due settimane – ha ironizzato Matsuoka – potete immaginare cosa voglia dire analizzare il cambiamento climatico nei prossimi 50 o 100 anni. Ecco, speriamo che Fugaku possa regalarci risultati di gran lunga più precisi rispetto all’incidenza delle emissioni di CO2 sul clima del futuro“.
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