Xiaomi fuori dai guai? Il ban di Trump, vero colpo di coda dell’ex presidenza degli Stati Uniti, potrebbe essere rivisto dall’attuale amministrazione Biden.
Due mesi fa, poco prima del passaggio di consegne tra l’ex presidente ed il nuovo arrivato Biden, l’amministrazione Trump aveva scosso il mercato dell’hi-tech con un ban a Xiaomi. Precisiamolo: niente a che vedere con quanto affligge Huawei da due anni a questa parte. Ciò nonostante è stato un chiaro segnale volto ad indebolire il brand al di fuori dei confini cinesi.
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La blacklist potrebbe però essere solo un lontano ricordo per Xiaomi che, ad oggi, può contare su un presidente più “morbido” rispetto al passato. Biden potrebbe riaprire alle azienda statunitensi la possibilità di collaborare con Xiaomi. Ma cosa c’era dietro al ban di Trump imposto a Xiaomi? Apprendiamo ora che la motivazione potrebbe essere stata la presunta collaborazione tra Xiaomi ed il governo stesso cinese.
Il fondatore dell’azienda asiatica è stato insignito dal premio di “eccezionale costruttore di socialismo con caratteristiche cinesi“. Un campanello d’allarme per l’allora amministrazione Trump, che ha ben deciso di limitare i rapporti di Xiaomi con le realtà aziendali sul proprio suolo. Per Trump si sarebbe trattato, senza alcun dubbio, del chiaro segnale di una vicinanza agli organi militari cinesi da parte di Xiaomi.
Xiaomi ha più volte tentato – invano – nelle scorse settimane di discostarsi da presunti rapporti con l’esercito cinese né, men che meno, con il governo. Ma c’è di più, lo scontro si è spostato in sede legale, con una vera e propria causa indotta dagli asiatici nei confronti degli Stati Uniti. L’obbiettivo? Un risarcimento economico per coprire l’enorme danno arrecato dall’ex amministrazione Trump.
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La speranza ora è che la nuova amministrazione, sicuramente più open mind di Trump, possa togliere il veto a Xiaomi e Huawei. Il presidente Biden, dal canto suo, ha promesso di passare al vaglio tutti gli ordini imposti da Trump tra cui, prima o poi, finiranno anche i ban alle aziende cinesi dell’hi-tech.