All’inizio ha destato curiosità. Poi apprensione per una tecnologia mal funzionante o latente, sia per clienti che per esercitanti. Quindi il cashback è diventato una preoccupazione, a causa di quei furbetti che, pur di raggiungere la soglia minima delle 50 transazioni a semestre, stanno adottando dei trucchetti.
Così, mentre qualche politico – come la Meloni – ne chiede la sospensione, il governo Draghi è passato al contrattacco. “E’ in atto una costante attività di monitoraggio del programma”.
Così Maria Cecilia Guerra in risposta a una domanda di Massimo Ungaro di Italia Viva. “PagoPa sta cercando di individuare e verificare le operazioni anomale – dice il sottosegretario al MEF – che, in quanto tali, possano essere considerati passibili di esclusione dal programma Cashback”.
Cashback, giro di vite: le due soluzioni ipotizzabili
Troppe persone stanno frazionando i pagamenti a dismisura con lo scopo di rientrare nei centomila fortunati che a fine del primo semestre (luglio) intascheranno un super premio da 1500. I cosidetti furbetti del cashback.
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Sono stati scoperti dei metodi fai da te per ottenere il cashback: c’è chi per un pieno ha effettuato 50 operazioni, chi per 5 euro ha effettuato 4 pagamenti e chi si è comprato dei POS “fai da te”. Transazioni da 30, 50 e 70 centesimi.
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PagoPA, quel sistema dei pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi in Italia gestito dall’omonima società, si affida ad un algoritmo per la validità delle operazioni e, quando scopre pagamenti eccessivamente dilazionati, le annulla. Ma, a quanto pare, non basta: troppi furbetti del cashback a muoversi in un regime di legalità.
Necessario un giro di vite al cashback. Due le ipotesi al vaglio. La prima è quella di limitare a un numero massimo il numero di pagamenti digitali che possono essere fatti in un singolo punto vendita.
La seconda è mettere in stand-by il premio del super cashback fino a dicembre, un tempo che potrebbe rivelarsi necessario a PagoPa per predisporre un altro algoritmo in grado di individuare, e quindi annullare, le micro transizioni più sospette.
Il tasso di adesione ad oggi si è dimostrato sopra le aspettative: 7,5 milioni di cittadini iscritti; 13,3 milioni di strumenti di pagamento elettronici registrati; oltre 137,4 milioni di transazioni elaborate. Va presa una decisione, possibilmente alla svelta.