L’analisi dell’Enea rivela che la pandemia dovuta al Covid ha portato i consumatori a diminuire i consumi di energia con un conseguente impatto sul calo delle emissioni di CO2, rispetto agli anni passati.
Sono arrivati i dati dell’Analisi che ENEA (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo ecosostenibile) redige trimestralmente per controllare i consumi energetici. Numeri abbastanza chiari sull’andamento dei consumi in epoca di emergenza sociale e pandemia.
Da questi si apprende che nell’ultimo anno i consumi totali si sono ridotti addirittura del 40% rispetto a quelli del 2005. Con un calo rispetto all’anno precedente del 10% che si rispecchia anche nei valori (-12%) delle emissioni di CO2 se rapportati con quelli del 2019.
Una contrazione di questo tipo – secondo Francesco Gracceva, il ricercatore dell’indagine ENEA – nella domanda di energia non capitava dal 1943-1944, quando l’Italia si trovava nel pieno della seconda guerra mondiale.
Il dato sul calo del consumo di energia potrebbe stupire se si tiene conto del fatto che per parte del 2020 gran parte dei consumatori è stata costretta a casa. In periodi di quarantena forzata e vincolata da restrizioni. Ci si sarebbe insomma aspettato un consumo di energia maggiore.
Andando però a controllare meglio il dato si nota che per consumo di energia si intende principalmente (il 60%) quello di energia primaria, che riguarda il petrolio e i suoi derivati.
Il fatto allora non stupisce: nell’anno appena trascorso infatti l’utilizzo dei mezzi di trasporto è stato fortemente ridotto rispetto agli altri anni e questo spiega un calo così importante.
L’energia elettrica ha contribuito a questa grande riduzione dei consumi. Sebbene i cittadini fossero costretti a casa, la chiusura di gran parte delle attività produttive ha ridotto i consumi elettrici industriali di circa il 30% tra Marzo ed Aprile, rispetto all’anno precedente.
Anche le emissioni di CO2 sono notevolmente diminuite. A fronte di un utilizzo meno frequente dei mezzi di trasporto e dell’espansione del settore dei veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria.
L’indagine Enea evidenzia inoltre come nell’ultimo anno vi sia stato un netto aumento dell’indice ISPREAD (+38%). Un processo avvenuto grazie al miglioramento dei prezzi (+80%) e alla decarbonizzazione (+40%).
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Lo scorso anno i prezzi dell’energia elettrica per le imprese hanno visto una riduzione del prezzo del 15%. Stabilendo di fatto un valore al minimo storico nell’ultimo decennio.
Anche per quanto riguarda i consumi domestici, il gas (ancora la principale fonte energetica in Italia) ha registrato cali superiori al 20% per le aziende. Evidenziando anche in questo caso uno dei costi più bassi degli ultimi dieci anni.
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Ma un’ascesa considerevole proviene anche, nel computo complessivo, anche dalle energie rinnovabili con circa il 20%. Ben 2 punti in più rispetto al 2019.
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