Con il recente emendamento al decreto milleproroghe è stato posto un ulteriore rinvio all’addio dei consumatori al mercato tutelato. La transizione verso le tariffe libere dovrebbe avvenire ad inizio 2023.
Con l’emendamento inserito nell’ultima versione del decreto milleproroghe il mercato libero arriverà ad impattare sui bilanci familiari – e di alcune tipologie di microimprese – solo nel 2023.
Il nuovo termine di cessazione del regime di maggior tutela – tanto per il mercato del gas quanto per quello della fornitura dell’energia elettrica – di microimprese e utenze domestiche previsto per il 2022, è stato rinviato infatti al 1 gennaio 2023.
Data dopo la quale i consumatori saranno comunque costretti a operare una scelta tra le tipologie contrattuali offerte nel mercato libero. Un processo già messo in moto nel settore delle PMI (per imprese con 10-50 dipendenti e un fatturato annuo tra i 2 e i 10 milioni di Euro) da gennaio scorso, con delle eccezioni a salvaguardia di alcune piccole attività.
Ma quali e quante sono le utenze che continueranno a fruire delle offerte a regime tutelato fino a fine 2022? Stando ai numeri diffusi dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (ARERA) – riportati dal quotidiano il sole 24 ore – si tratterebbe di un bacino di di circa 15 milioni di utenze; di cui il 44,68% domestiche e il 32,4% non private.
Una volta giunto il termine ultimo, il consumatore dovrà aver deciso il nuovo piano tariffario sottoposto alle nuove leggi di mercato. In caso contrario la fornitura del servizio, almeno per le categorie di utenza di piccole dimensioni, sarà mantenuta fino alla stipula di un nuovo contratto per evitare al consumatore interruzioni nell’erogazione o disagi. Quando il cittadino avvierà le procedure di recesso dal precedente fornitore.
Mercato tutelato prorogato, ma anche nuove modalità di sostegno per i nuclei familiari
Ma non solo rinvii. In attesa dell’avvento del libero mercato, un’altra novità interessente di quest’anno – come segnalata nell’articolo di Wired – è rappresentata dall’assegnazione automatica dei bonus sociali per la fornitura di acqua luce e gas a nuclei familiari in situazione di disagio economico, ovvero con ISEE inferiore a 8265 Euro.
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L’aiuto sarà comunque valido – indica ARERA – anche per famiglie con ISEE inferiore a 20000 Euro e con almeno 4 figli a carico e per i titolari di reddito o pensione di cittadinanza.
La manovra, partita il 1 gennaio 2021, riguarderebbe, secondo ARERA, approssimativamente 2,6 milioni di famiglie.
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A differenza dei precedenti iter che prevedevano la presentazione di una domanda al Comune di residenza o ad un Caf, con la nuova formula sarà sufficiente la compilazione su base annuale della Dichiarazione Sostitutiva Unica per richiedere l’ISEE.
Dopodiché, in base alle verifiche fatte per avere i riscontri sui requisiti, l’INPS stessa invierà la documentazione al Sistema Informativo Integrato (SII). Quest’ultimo si occuperà di incrociare le informazioni a disposizione dei gestori e dei fornitori di servizi elettrici, idrici e del gas per poi così erogare il bonus ai richiedenti. A patto ne abbiano diritto.