Preoccupa la variante californiana del covid-19. Scoperta la scorsa estate, CAL.20C ammonta attualmente a oltre il 50% dei casi in 44 contee su 58.
Nonostante la curva dei contagi sia in discesa, anche gli Stati Uniti sono in ansia per l’emergere delle nuove varianti del Covid-19. La cosiddetta variante californiana, CAL.20C, è diventata dominante in 44 contee dello stato su 58 complessive. La preoccupazione dei ricercatori è che una mutazione conferisca alla variante una maggiore trasmissibilità: è quanto rivelano i primissimi studi, che sono tuttavia ancora da verificare.
Scoperta per la prima volta l’estate scorsa nella contea di Los Angeles, da ottobre ha cominciato a diffondersi dapprima nella California del Sud e quindi nel resto dello stato. La mutazione di questo nuovo ceppo del Sars-Cov-2 riguarda le proteine spike, che come ormai sappiamo fin troppo bene sono le “chiavi” utilizzate dal virus per aprirsi la via nelle cellule umane. Questo implica che CAL.20C possa essere più contagiosa, almeno in via teorica. Non ci sono dati conclusivi sulla sua pericolosità in termini di ospedalizzazioni e decessi, né sappiamo se riesca ad aggirare le difese immunitarie sviluppate dai vaccinati o da chi ha superato la malattia.
Pfizer, una fialetta da cinque dosi del vaccino prodotto in collaborazione con i tedeschi di BioNTech (pxabay.com)La variante californiana si va ad aggiungere alle altre che si stanno mettendo rapidamente in luce in tutto pianeta. Ormai celeberrime le varianti inglese, sudafricana e brasiliana, in America ci si preoccupa anche per una variante riscontrata a New York, ma per ora anche di questa si sa troppo poco. L’incubo è che alcune di esse possano rendere i vaccini inefficaci grazie alla mutazione E484K della proteina spike, che aiuterebbe il virus ad avere la meglio sui nostri anticorpi. Pare che tale mutazione possa essere presente in una delle due versioni della variante di New York.
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Per questo già giovedì 25 febbraio sia Pfizer/BioNTech che Moderna hanno annunciato nuove ricerche sulle varianti del covid in circolazione. L’azienda farmaceutica del Massacchussetts, in particolare, ha già consegnato all’Istituto Nazionale di Sanità americano una nuova versione del vaccino in grado di contrastare la variante Sudafricana. Pfizer/BioNTech sta invece investigando gli effetti di una terza dose del vaccino sulle diverse varianti. Inutile dire che tutti gli studi in corso sui vaccini possono rivelarsi decisivi nella lotta al virus.
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Negli Stati Uniti, le vaccinazioni hanno toccato quota 50 milioni e i nuovi casi sono in discesa ma il presidente Joe Biden ammonisce: “I vaccini sono la nostra arma contro il virus e confermo che l’obiettivo sono 100 milioni di dosi entro i primi cento giorni del mio mandato (ad oggi ne sono passati 38, ndr). I casi stanno diminuendo ma potrebbero tornare su a causa delle nuove varianti. Pertanto, voglio essere molto chiaro: non è il momento di abbassare la guardia“.
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