Joe Biden affronta il problema della carenza di semiconduttori puntando sulla riorganizzazione della filiera di produzione interna.
Il neo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per risolvere il problema della carenza dei semiconduttori a livello globale, che sta mettendo i bastoni tra le ruote a molti produttori in tutto il mondo. Nel decreto presidenziale – definito esecutivo perché ha la capacità di entrare in vigore senza passare per le due camere – si chiede al Governo di condurre una revisione della filiera di produzione e distribuzione dei chip. L’esecutivo ha cento giorni di tempo per capire cosa non va e cosa fare per migliorare la situazione.
Smartphone, computer e consolle per il gaming; ma anche veicoli elettrici e sofisticate strumentazioni sanitarie: la carenza dei semiconduttori affligge la stragrande maggioranza dei comparti dell’industria alimentati dall’hi-tech. E sono stati proprio i capitani d’impresa insieme ad esponenti politici sia repubblicani che democratici a sottoporre a Joe Biden la spinosa questione dei semiconduttori. Dopo i primi cento giorni, la review si allargherà a sei settori dell’economia con l’obiettivo di dare suggerimenti a lungo termine per rinforzare la supply chain.
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A mettere in ginocchio la distribuzione dei chip in tutto il mondo è stata chiaramente la pandemia di Covid, visto che la produzione è concentrata in aree come Cina e Taiwan. L’offerta globale e i problemi di logistica e distribuzione, combinati con una domanda schizzata verso l’alto man mano che i paesi introducevano lockdown, smartworking e apprendimento a distanza, hanno finito per determinare la carenza dei superconduttori. E nel caso dei produttori americani, la trade war con la Cina non ha fatto che peggiorare le cose.
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Gli stessi Stati Uniti, ha ammonito la Semiconductor Industry Association, detengono solo il 12.5% del mercato mondiale. Una quota che l’amministrazione Biden vuole ora estendere per migliorare la disponibilità domestica dei semiconduttori: “Vogliamo favorire gli investimenti americani per non trovarci più in una situazione di carenza durante periodi di crisi pandemiche come quella presente. In ballo ci sono sfide cruciali come sicurezza informatica, cambiamento climatico e molte altre”, ha detto in conferenza stampa il neo inquilino dello studio ovale. Ora la palla passa all’esecutivo.
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