U-Mask non si dà per vinta: “Il provvedimento del Ministero della Salute è solo amministrativo”. Presentati nuovi test alle autorità.
U-Earth Biotech non si rassegna al ritiro dal mercato delle ormai arcinote mascherine U-Mask, al centro della bufera da quando un servizio di Striscia la Notizia dello scorso 25 gennaio ne aveva stroncato l’efficacia.
L’azienda londinese con uffici anche a Milano ha ribadito l’intenzione di contestare il provvedimento del Ministero della Salute in una email inviata a un consumatore che chiedeva il rimborso dell’acquisto delle mascherine.
“Il provvedimento cautelare annunciato in data 19/02/2021 dal Ministero della Salute riguardo U-Mask è basato su aspetti puramente amministrativi e limitato al solo territorio italiano, non ha nulla a che vedere con la sicurezza della mascherina e sarà radicalmente contestato, nelle sedi opportune“, ha argomentato U-Mask nella replica alla richiesta di rimborso.
L’azienda ha aggiunto che la restituzione e il risarcimento sono possibili entro trenta giorni dal ricevimento e se il prodotto è ancora confezionato. La spedizione al mittente, tuttavia, è a carico del cliente. Un particolare che non farà piacere ai consumatori che hanno già comprato un dispositivo medico ben più caro delle mascherine monouso e ora dichiarato non idoneo dalle istituzioni competenti.
U-Mask, un provvedimento basato su “aspetti puramente amministrativi”?
Verissimo: alla base del provvedimentodella Sanità risalente al 19 febbraio ci sono dei problemi con le carte relative alla conformità di U-Mask. Ma il ritiro dal commercio è stato disposto perché l’azienda ha dalla sua le certificazioni di un laboratorio non autorizzato a rilasciarne e per di più guidato da un responsabile privo dei titoli necessari. Si tratta dei Laboratori Clodia di Bolzano, sottoposti a sequestro dai Nas territoriali (Trento) a fine gennaio e del responsabile e CEO Roberto Marchetti, indagati dalla Procura di Bolzano per assenza di autorizzazioni ed esercizio abusivo della professione
Insomma, è un po’ dura definire questo aspetto “puramente” amministrativo. Come sempre, la forma prelude a una sostanza: alzi la mano chi è pronto ad affidare la propria salute alle analisi di un laboratorio che non rispetta i parametri stabiliti dalle istituzioni sanitarie. I test saranno anche veritieri, ma non c’è modo di dimostrarlo.
Perché è finita fuori commercio. Nuovi test già sottoposti alle autorità
La querelle è scaturita dalla denuncia di una società concorrente, ed è sfociata anche nell’indaginedell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. La mascherina “dei vip” – è usata nella Formula Uno ma anche da tanti politici e celebrità internazionali – infatti si sarebbe reclamizzata come un prodotto di efficacia superiore a quella reale, (auto) qualificandosi come di pari livello rispetto alle Ffp2 ed Ffp3. Mentre è registrata come dispositivo di medico di classe 1, ovvero pari alle mascherine chirurgiche monouso. Anche la pretesa protezione di 150-200 ore è basata sulle carte del laboratorio di Bolzanoe pertanto non conforme.
C’è da dire che anche il trattamento ricevuto da Striscia la Notizia potrebbe essere stato eccessivo, sia alla luce dei test effettuati indipendentemente da Altro Consumo, sia di quelli effettuati da U-Earth stessa lo scorso 8 febbraio e ora sottoposti all’autorità. Proprio questi ultimi sono stati svolti dal laboratorio autorizzato Eurofins Cosmetic & Personal Care Italy di Milano e mostrano un’efficienza di filtraggio batteri (BFE) sia in entratache in uscitadi oltre il 99,6%. Qualcuno fa notare che i batteri sono intorno alle 100 volte più grandi del coronavirus alla base del Covid, ma tant’è.