Un intoppo sulla rivoluzione del Digitale Terrestre, iniziata con i – tanti – cambiamenti nei Mux, che proseguirà a settembre 2021 con il passaggio dall’MPEG-2 al MPEG-4. E terminerà a giugno 2022 con lo switch definitivo al DVB-T2, il Digitale Terrestre di Seconda Generazione.
Battaglia aperta tra Italia e Croazia per le interferenze, dopo il rapporto del RSPG (Radio Spectrum Policy Group) che ha effettuato due riunioni via web, una il 14 gennaio e l’altra il 10 febbraio, per ridiscutere la situazione dello spettro radiotelevisivo dei Paesi dell’Unione Europea.
Il Radio Spectrum Policy Group (RSPG) è un gruppo consultivo di alto livello che assiste la Commissione europea nello sviluppo della politica in materia di spettro radio. E’ attualmente istituito con decisione della Commissione dell’11 giugno 2019.
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L’RSPG adotta pareri, prese di posizione e relazioni, nonché rilascia dichiarazioni, che hanno lo scopo di assistere e consigliare la Commissione a livello strategico su: questioni relative alla politica in materia di spettro radio, coordinamento degli approcci politici e l’uso efficiente dello spettro radio necessario per il istituzione e funzionamento del mercato interno.
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L’Italia ha fornito al RSPG l’elenco dei trasmettitori che sono stati spenti. Tuttavia l’interferenza italiana al di sotto dei 694 MHz è ancora presente, nonostante lo spegnimento di 200 trasmettitori italiani nel mese di agosto.
La Croazia, invece, ha liberato i 700 MHz 9 giorni dopo l’Italia, il 12 novembre 2020, dismettendo lo standard DVB-T. Con il lancio del Digitale Terrestre di Seconda Generazione sono stati attivati nuovi canali al di sotto dei 694 MHz. Molte famiglie croate, però, hanno lamentato problemi di ricezione soprattutto in quei paesi confinanti, che in passato sono stati annessi al Belpaese: Istria e Dalmazia.
L’Italia ha fatto sapere che, come già previsto nella precedente riunione del “good offices”, entrerà in vigore nei prossimi giorni uno speciale decreto per le emittenti locali che rilasceranno in anticipo i canali.
Una volta entrato in vigore il Decreto, le emittenti regionali che decidono di partecipare al regime di compensazione avranno 60 giorni di tempo per disattivare le frequenze.
Tuttavia la Croazia e il rappresentante della CE, hanno sottolineato che questo è un processo volontario e pertanto non è sicuro che verrà garantito un numero sufficiente di spegnimenti. I potenziali trasmettitori TV rimanenti saranno disattivati solo a metà del 2022.
In Italia c’è ottimismo sulla buona riuscita dei tempi di questo processo – rivela litaliaindigitale.it – ma si aspetta una cospicua partecipazione da una Croazia che ha chiesto informazioni precise sui trasmettitori che verranno spenti e i relativi canali interessati in modo da valutare l’interferenza.
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