BEUC e Altroconsumo non hanno dubbi: TikTok non tutela gli utenti più giovani e li pone innanzi a una serie di rischi legati a privacy e sicurezza.
Sembra non avere un attimo di tregua la piattaforma social dei video brevi TikTok. Dopo le controversie nate dai recenti fatti di cronaca anche l’Organizzazione Europea dei Consumatori (Beuc) e Altroconsumo si preparano a dare battaglia.
Che la piattaforma cinese, la più famosa tra adolescenti e bambini, avesse delle grandi falle in questioni di privacy e di tutela dei minori, non è una novità.
Già nel 2019 il governo statunitense aveva messo sotto accusa i rischi per la privacy e la sicurezza degli utenti più giovani. Accusando l’azienda con sede a Pechino di non aver rispettato le norme sul trattamento dei dati dei minori per il quale, sia in USA sia in Europa, è richiesta l’autorizzazione dei genitori.
Gli amministratori di TikTok cercarono di correggere la rotta (dopo una sanzione di 5,7 milioni di dollari comminata dagli Stati Uniti) con norme che rispettassero tanto il Children’s Online Privacy Protection Act oltreoceano quanto il GDPR in Europa, imponendo il divieto d’iscrizione ai minori di 13 anni
Modifica, nel tempo, rilevatasi inutile per la facilità con cui i neoiscritti possono barare sulla data di nascita, aggirando così il divieto.
Le ragioni alla base delle contestazioni di BEUC e Altroconsumo a TikTok
Il problema rimane sempre lo stesso. La tutela dei minori da contenuti ritenuti inappropriati per la loro età. Ma anche dal continuo bombardamento di pubblicità occulte contenute nei video, dei Termini di servizio ben poco chiari e l’acquisto poco controllato di monete virtuali.
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Con uno dei bacini di utenza più grande al mondo (circa 800 milioni di utenti attivi ogni mese, come riportava a fine trimestre 2020 DataReportal), è assolutamente necessario – secondo Ivo Tarantino, Responsabile delle Relazioni Esterne Altroconsumo – che TikTok agisca nel totale rispetto dei diritti degli utenti, soprattutto dei più piccoli.
Sempre secondo Tarantino, iniziando questa nuova battaglia, si starebbe seguendo un solco già tracciato dalle denunce inoltrate nel corso degli anni.
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La richiesta inoltrata dal BEUC – insieme alle organizzazioni dei consumatori di 15 paesi – alle autorità è semplice: si chiede che l’organo preposto garantisca una vigilanza continua e l’intervento laddove necessario. Come avvenuto recentemente in Italia su indicazione del Garante della Privacy, dopo il drammatico episodio che ha coinvolto la bambina di 10 anni di Siracusa.