L’app Parler, dopo circa un mese di assenza, torna nuovamente online pur non accettando nuovi iscritti: come stanno le cose
Parler, dopo un mese di assenza, è tornato online. L’app di estrema destra era stata messa nel mirino con l’accusa di aver fomentato i gruppi che hanno assaltato il Campidoglio il 6 gennaio scorso per protestare contro le elezioni presidenziali che a novembre hanno visto Trump perdere in favore di Biden. Amazon web services l’aveva estromessa dai server, mentre Google ed Apple eliminata dai propri app store. Ora la piattaforma è ritornata servendosi del servizio di hosting Epik che, tra i suoi clienti, annovera altri elementi di estrema destra come 4chan, Gab e The Daily Stormer.
Oltre al server, è cambiato anche il CEO con Mark Meckler che è andato a sostituire John Matze. Il primo, nel mese di dicembre, aveva attaccato Twitter sulla stessa piattaforma di Zuckerberg: “Twitter fa schifo… dico, fa seriamente schifo. Odiano la libertà di parola. Soprattutto quando a chiedere di esercitarla sono i conservatori. Unitevi a Parler”.
Twitter sucks…I mean seriously sucks. They hate free speech. Especially conservative free speech. Come join me at https://t.co/bc9h6lhUcM. #DumpTwitter
— Mark Meckler (@MarkMeckler) November 30, 2020
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Parler determinata a “restare”, ma la sua posizione è incerta
Al momento potranno utilizzare Parler sono gli utenti che erano già registrati in precedenza e l’app non è stata ancora ripristinata da Google e Apple, infatti è online solo il sito.
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“Parler è stato creato per offrire una piattaforma che protegge la libertà di parola e valorizza la privacy e il discorso civile”, ha spiegato Meckler. “Siamo determinati a restare, senza l’aiuto dei big tech e dar voce alla gente”. Intanto, Parler è ancora in causa con Amazon per l’estromissione dai server e la sua posizione è molto incerta.