Quante volte nella navigazione internet a schede ci siamo trovati nell’impossibilità di ricordare quante ne abbiamo aperte e, soprattutto, di cosa parlano? E’ un problema comune a tutti gli utenti di Google Chrome, che finora hanno avuto a che fare con schede che, via via che si aggiungevano altre, si andavano restringendo di larghezza fino a diventare impossibili da leggere.
Google ha finalmente deciso di mettere la parola “fine” a questo problema, mettendo a disposizione degli internauti un sistema di schede “a scorrimento“. Fino a un certo numero di schede aperte in aggiunta, si continua a verificare un restringimento della targhetta della scheda di Chrome, poi però si va avanti a scorrimento in modo da poter leggere agevolmente il nome dei siti.
Google Chrome, come abilitare le schede scorrevoli
Il sistema di schede a scorrimento è una vera mano santa. E si è reso necessario dopo che anche l’instaurazione del sistema di “gruppi di schede” da parte di Google su Chrome si è rivelato non del tutto efficace, o comunque si parla di una alternativa più che gradita.
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Un’alternativa finalmente disponibile su Google Chrome versione 88, dopo che Firefox e Safari già da tempo sono in possesso di questa funzionalità. Per abilitarla anche su Chrome, è sufficiente cercare e abilitare il flag “Scrollable TabStrip”, all’indirizzo web chrome://flags.
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Allo stesso indirizzo è anche disponibile il flag che permette di abilitare la funzione di utilizzare, oltre a mouse e touchpad, anche i tasti direzionali destro e sinistro della tastiera.
Per abilitare questa funzione, ovviamente e come nella miglior tradizione Google, è necessario riavviare il browser. E come già detto prima, fino a un certo numero di schede aperte si verificherà un restringimento in larghezza della targhetta, poi si inizierà lo scorrimento reale delle schede aperte.
Per adesso questa funzionalità è operativa solamente sui sistemi operativi macOS, Windows e Linux, mentre su Chrome OS, nonostante risulti disponibile, non è ancora funzionante. Nel frattempo, Google sta sperimentando una serie di larghezze per valutare quale sia la miglior misura che dia una buona leggibilità e mantenga una buona densità di informazioni.