IPTV e streaming illegale: il giro d’affari è di 1 miliardo di euro

Il giro di IPTV illegale, i servizi streaming a pagamento come Sky o Dazn, forniti in via “non regolare” in cambio di un abbonamento mensile decisamente ridotto rispetto a quello di listino, è un giro gestito dalla malavita e che frutta introiti ingenti.

Iptv e il giro d'affari (Foto Corriere.it)
Iptv, giro d’affari da 1 miliardo di euro (Foto Corriere.it)

Si parla infatti di incassi superiori al miliardo di euro, una cifra astronomica che fa capire quanto il fenomeno dell’IPTV sia tristemente diffuso in Italia. Facciamo una breve ripassata su come funziona: si contatta un “tramite” e questi fornisce di solito un “decoder” adibito dove viene inserita una card che permette appunto di leggere il segnale dei servizi principali, pagando in cambio una cifra mensile ben più bassa rispetto a quella che bisognerebbe compensare in caso si agisse entro la legge. Il fenomeno provoca un danno ingente a circa 6mila lavoratori, ed è per questo che negli ultimi anni le forze dell’ordine hanno incrementato i blitz per bloccare questo triste andazzo (le notizie di retate sono quasi all’ordine del giorno). Nella sola ultima tornata sono state chiuse 5.500 piattaforme, che per una media di circa 30 euro al mese di abbonamento fanno la bellezza di 165.000 euro al mese, circa due milioni di euro all’anno.

Iptv illegale (Foto Corriere.it)
Iptv e streaming illegale (Foto Corriere.it)

IPTV ILLEGALE? NO, AFFIDIAMOCI A DAZN, SKY…

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Come vi abbiamo già spiegato, a rischiare non è soltanto chi attiva il servizio ma anche chi ne usufruisce, e di conseguenza bisogna sempre evitare di sfruttare le IPTV illegali, e per farlo vi basterà utilizzare i canali semplici. Del resto l’offerta è vastissima, come ad esempio i 9.99 euro al mese che servono per DAZN, mentre Sky offre diversi pacchetti a seconda delle esigenze, compreso anche il servizio NowTV che ha un costo decisamente contenuto, e che tra l’altro prevede anche una tariffa giornaliera e annuale.

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Sia chiaro, non si può competere con i prezzi del “pezzotto”, ma il rischio di vedersi recapitare a casa una multa da minimo 2.000 euro, dovrebbe convincere anche i più scettici a sottoscrivere degli abbonamenti regolari. Non va poi dimenticato che abbonandosi a questi servizi illegali si finanzia la criminalità organizzata, cosa non da poco soprattutto nel periodo in cui viviamo attualmente, dove la crisi economica, sanitaria e sociale imperversa.

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