Il Solar Orbiter sta passando dietro alla nostra Stella, che ora è più vicina che mai. Fino a metà febbraio le comunicazioni saranno molto complicate.
Il Solar Orbiter si è inabissato dietro al Sole. A un anno esatto dal lancio, il satellite sviluppato da Esa e Nasa sta percorrendo la porzione di orbita al di là della nostra Stella, osservandola dalla distanza minima consentita dal suo tragitto. Ciò vuol dire che da qualche giorno e fino a metà febbraio circa, le comunicazioni da e verso la Terra saranno in balia dei “capricci” del Sole e, ove possibili, comunque molto lente.
Ma questo non sembra essere un problema perché a un anno di vita l’Orbiter è perfettamente in grado di lavorare in maniera indipendente. Il satellite è stato progettato dall’Agenzia Spaziale Europea per osservare il Sole da vicino e trascorrere dei periodi prolungati senza comunicazioni con la base. Infatti, può gestire le risorse e portare a termine i propri compiti senza bisogno di aggiustamenti in tempo reale da parte del controllo della missione per tre settimane.
Ribattezzato familiarmente SolO, il Solar Orbiter si sta avvicinando all’orbita di Mercurio, il pianeta più interno del Sistema Solare. Il satellite resiste a una temperatura pari a 520 gradi centigradi grazie a uno schermo rivestito da un pigmento a base di fosfato di calcio, dall’elevata capacità di assorbimento dei raggi solari. Ma mentre la parte esposta al Sole raggiungerà temperature elevatissime, l’equipaggiamento all’ombra resterà intorno ai -180 gradi centigradi.
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La missione è figlia della collaborazione tra Esa e Nasa. Il Solar Orbiter è stato lanciato il 10 febbraio del 2020 da Cape Canaveral, a bordo del razzo Atlas V. Ha già inviato immagini della superficie solare mai viste prima. Adesso che siamo nella fase di congiunzione con la Stella, raggiungerà la distanza minima. Si trova a oltre 222 milioni di chilometri da noi, ed è in questo momento più vicino al Sole che alla Terra.
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A frenare l’entusiasmo per i rilevamenti senza precedenti, il fatto che il vento solare permetterà una comunicazione lenta e scarsa con l’Orbiter. Per fortuna, proprio nell’eventualità di un’interruzione totale durante tutto il periodo di congiunzione con il Sole, il controllo missione ha già impartito le necessarie istruzioni al satellite per raccogliere informazioni in autonomia. La Terra potrà successivamente scaricare i dati a pieno ritmo fra qualche giorno, non appena l’angolo SolO-Terra-Sole sarà più ampio di 5 gradi.
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