Uno studio condotto in Australia ha dato vita ad un farmaco semplice da usare: uno spray nasale che riuscirebbe a prevenire il Coronavirus.
In attesa di ricevere il vaccino (iter piuttosto lungo, purtroppo), alcune aziende stanno lavorando a dei rimedi alternativi che permettano di evitare il contagio il più a lungo possibile. Finora, tanti tipi di mascherine chirurgiche, con diversi strati e contenenti sostante anti-batteriche molto forti. Stavolta, invece, si tratta di un semplice spray nasale, ma molto più potente di quelli normali.
Si chiama Inna-X e i primi risultati ottenuti dai test effettuati sulle cavie sembrano alquanto efficaci. A quanto pare, questo farmaco riuscirebbe ad attivare il sistema immunitario innato, fino a reagire a diversi tipi di virus, creando una barriera.
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Una nuova misura di protezione che ha origine in Australia, nell’università di Newcastle, in collaborazione con l’Hunter Medical Research Institute. Per ora, è in fase sperimentale ma il farmaco ha dato già risconti positivi nel topo.
Secondo le indagini, è riuscito ad attivare il sistema immunitario innato, creando una barriera capace di prevenire infezioni da virus più semplici, fino a quelli complessi come il Sars-CoV-2. Si tratta dell’immunità aspecifica delle vie respiratorie, in grado di difenderci dagli agenti esterni più pericolosi.
Il farmaco riuscirebbe ad attivarla agendo sulle proteine Tlr2, molto importanti nella difesa da virus ed altri patogeni. La molecola del farmaco si legherebbe a questa proteina, attivando così la risposta immunitaria. I risultati sono stati poi pubblicati sull’European Respiratory Journal.
Non è la prima volta che gli scienziati prendono in considerazione spray nasali, o collutori, in quanto risulta fondamentale il ruolo delle mucose nelle infezioni. Inoltre, è importante sapere di avere a disposizione un ulteriore elemento di protezione contro il Covid-19.
Lo studio ha dimostrato che, dopo la prima esposizione del topo al virus, lo spray nasale ha ridotto la carica virale e ha bloccato il processo infiammatorio che si scatena a causa dell’attivazione del sistema immunitario. Il test sui furetti, invece, ha mostrato una riduzione del materiale genetico del virus pari al 96%.
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Tutti dati che lasciano ben sperare di poter avere un nuovo scudo contro il virus Covid-19.
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