La rivoluzione del Digitale Terrestre porta con sé l’adozione e la comprensione di nuove parole, entrate ormai di diritto nel nostro vocabolario quotidiano. DVB-T2, Multiplex (più semplicemente Mux), LCN e MPEG-4, HBBTV e HEVC.
Parole entrate ormai di uso comune, come le date fissate bene in testa: settembre 2021 il primo switch, giugno 2022 quello definitivo, che porterà al nuovo mondo televisivo. Il passato si conosce, il futuro si scoprirà. Nel presente, in soldoni, stanno cambiando quasi quotidianamente i canali del Digitale Terrestre: alcuni hanno modificato semplicemente nome o loghi, alcuni sono apparsi altri spariti, con tanto di sintonizzazione per stare al passo col cambiamento e di consultazione pubblica per l’assegnazione della numerazione, divisa in dieci archi. Aspettando settembre, quando si passerà dall’MPEG-2 al MPEG-4.
Digitale Terrestre, tutte le parole di uso comune
In elettronica e telecomunicazioni MPEG-4, nato nel 1996 e finalizzato nel 1998 (fu presentato pubblicamente ad ottobre di quell’anno), è il nome dato a un insieme di standard per la codifica dell’audio e del video digitale sviluppati dall’ISO/IEC Moving Picture Experts Group (MPEG).
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L’MPEG-4 è uno standard utilizzato principalmente per applicazioni come la videotelefonia e la televisione digitale, per la trasmissione di filmati via web, e per la memorizzazione su supporti CD-ROM. Il primo passo verso il DVB-T2.
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Il DVB-T2, abbreviazione per Digital Video Broadcasting – Second Generation Terrestrial – nelle telecomunicazioni è un’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre.
In Italia nel 2017 sono usciti gli apparecchi (che funzioneranno anche dopo la rivoluzione del Digitale Terrestre, a giugno 2022) atti a ricevere servizi radiotelevisivi venduti al dettaglio sul territorio nazionale, che integrano un sintonizzatore digitale per la ricezione di programmi in tecnologia DVB-T2 con codifica HEVC.
HEVC è l’acronimo di High Efficiency Video Coding (codec video ad alta efficienza, in italiano) e indica uno dei più recenti e performanti standard per la compressione dei contenuti video. Lo standard HEVC ad alta efficienza, definito anche H.265, consente il trattamento e la trasmissione sulle frequenze radio televisive di contenuti video con risoluzioni fino a 8K senza perdita di qualità. Per questo motivo è stato scelto per il nuovo Digitale Terrestre.
LCN, acronimo di “Logical Channel Numbering”, è una funzione di cui sono dotati gli apparecchi televisivi che consente di assegnare ad ogni canale ricevuto una posizione predefinita all’interno della lista che li elenca. La funzione offre un ordinamento automatico dei canali già preimpostato ma che può essere gestito manualmente dall’utente qualora voglia modificarne la numerazione.
E qui entra in gioco l’ormai famoso Multiplex, dove ci sono stati i primi grandi cambiamenti. Il multiplex televisivo è una tecnica di trasmissione/diffusione del segnale televisivo digitale (satellitare, via cavo o terrestre), tramite il quale più canali televisivi, radiofonici o di dati, vengono diffusi assieme sulla medesima banda di frequenze grazie all’uso combinato di tecniche di compressione dei dati e multiplazione.
Nel mondo sono implementati diversi standard di multiplex: in Europa vengono usati il DVB-T e DVB-T2 per la televisione digitale terrestre, il DVB-C per la televisione via cavo e il DVB-S e DVB-S2 per quella satellitare, mentre negli Stati Uniti l’ATSC.