Situazione fuori controllo per l’argomento chip. Molte aziende hanno ridotto la fornitura ed ora la produzione rischia di incepparsi. 
Il problema riguarda tutto il mondo digitale. Molti settori industriali rischiano di rallentare o sospendere la produzione, come l’automotive (in primis) e l’informatica in particolare. Un aspetto che non era stato previsto, anch’esso vittima della pandemia.
A quanto pare, l’aumento della domanda di dispositivi per il lavoro da casa ha ridotto la fornitura di microprocessori, creando una reazione a catena. Naturalmente, questo disagio si ripercuote sulla produzione al lungo termine, modificandone i normali processi.
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Il problema della carenza di chip
Qualcomm, General Motors e Samsung hanno lanciato l’allarme, tanto che la Germania ha chiesto a Taiwan, principale produttore mondiale, di dare precedenza alla produzione di chip per automobili.
Il problema, in realtà, ha radici più profonde. La scarsità di chip dipende da anni di sotto-investimenti relativi ai componenti wafer. Secondo gli analisti di Computerpoint, tra il 2015 ed il 2019, il rapporto tra investimenti e fatturato è stato dell’11-18%, ma è previsto un aumento fino al 20-22% tra il 2021 ed il 2023. Dunque, tale carenza dovrebbe durare fino al terzo trimestre di quest’anno.
La Qualcomm ha dichiarato che le forniture saranno limitate durante la prima metà dell’anno. La difficoltà maggiore riguarderà General Motors che potrebbe, addirittura considerare di sospendere la produzione tra Stati Uniti, Messico, Canada e Corea del Sud, durante la prossima settimana, per mancanza di chip.
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Al contrario, Samsung sta considerando la possibilità di ampliare rapidamente la capacità produttiva di semiconduttori. 
