Un bonus da 500 euro (per internet, pc e tablet) per stipulare un singolo contratto di banda ultra larga, dove banda larga sta per una connessione con velocità di download di almeno 30 Mbps, entrato in vigore a inizio dello scorso ottobre. Ma diventato sin da subito un caso.
Il piano voucher sulle famiglie a basso reddito, emanato il 7 agosto 2020 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, appunto, a ottobre ha escluso sin da subito il retail della consumer electronics dall’erogazione dei previsti 500 euro. L’associazione delle principali catene e i maggiori gruppi attivi nella vendita di apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia (Aires) e l’Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisione Elettrodomestici e Affini (Ancra), con l’intervento ad adjuvandum di Mediaworld, hanno immediato inoltrato ricorso al Tar.
In primo grado il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha bocciato il ricorso presentato dalle associazioni, sentenziando che slegare le due parti dell’offerta e il relativo canale di vendita avrebbe costituito un doppio passaggio non coerente con la necessità di procedere rapidamente vista l’emergenza sanitaria contrassegnata da un livello sempre più diffuso di lavoratori in smart e di studenti impegnati nella dad.
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Nello specifico, i giudici amministrativi parlano di “natura emergenziale” per assicurare “in modo celere attraverso una procedura semplificata diritti costituzionalmente garantiti, allo studio e al lavoro”. Aires, Ancra e Mediaworld non si sono dati per vinti per il bonus a banda ultra larga. E a quanto bene mai mossa fu più azzeccata.
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Le associazioni, infatti, sono andati in appello. E i giudici del Consiglio di Stato hanno accolto l’appello e riformato l’ordinanza del Tar: ritenendo fondate le ragioni del ricorso. “Siamo ovviamente molto soddisfatti per questo primo importante passo e ringraziamo ANCRA e Mediaworld che ci hanno appoggiato in questa iniziativa che riteniamo fondamentale non solo per i valori economici in campo, ma anche per una questione di principio”. Andrea Scozzoli ammicca al ribaltone del Consiglio di Stato.
“Riteniamo essenziale, infatti, anche alla luce delle immense risorse che verranno immesse nel nostro paese con il Recovery Fund – continua il presidente dell’Aires – che la politica dei bonus e degli incentivi sia attuata prima di tutto senza alterare il contesto concorrenziale del mercato e salvaguardando la solidità di tante imprese”. Caso chiuso, almeno fino a prova contraria.
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