Con una mossa un po’ a sorpresa, la multinazionale cinese Xiaomi ha deciso di denunciare gli Stati Uniti. L’azienda era stata messa nel mirino negli scorsi mesi dalla vecchia amministrazione di Donald Trump, inserendo appunto la stessa nella lista nera militare d’oltre oceano, con tutto ciò che ne consegue, a cominciare da una cessazione immediata dei rapporti degli investitori americani, pena il rischio di “collaborare” con l’esercito cinese. Ovviamente non ci sta la stessa Xiaomi che ha a sua volta replicato a Trump, o meglio, agli Usa, spiegando la propria posizione: “Il 29 gennaio 2021 (ora degli Stati Uniti) la Società ha presentato un procedimento presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia nei confronti del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti”. E ancora: “La Società ritiene che la decisione di considerare la Società come una ‘Società militare cinese comunista’ sia di fatto errata e abbia privato la Società di un giusto processo. Al fine di proteggere gli interessi degli utenti, dei partner, dei dipendenti e degli azionisti globali della Società, la stessa ha chiesto ai tribunali di dichiarare illegale la Decisione e di revocarla”.
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XIAOMI VS USA E TRUMP: NUOVA QUERELLE DOPO HUAWEI E TIKTOK
Xiaomi quindi conclude la propria nota, spiegando: “La Società manterrà informati gli azionisti e i suoi potenziali investitori su qualsiasi ulteriore sviluppo rilevante in relazione al procedimento mediante ulteriori annunci, se e quando lo riterrà opportuno. Si consiglia agli azionisti e ai potenziali investitori di esercitare cautela nel trattare i titoli della Società”. Stando a quanto sottolineato dal segretario Janet Yellen, facente parte di Xiaomi, l’inserimento nella black list militare della stessa azienda viene definito “illegale e incostituzionale”. Vedremo come evolverà questa ennesima sfida commerciale fra Cina e Stati Uniti, ormai nemiche pubbliche dopo le ultime querelle riguardanti in particolare Huawei, definitivamente bannata dagli Usa, e TikTok, il cui futuro sembrerebbe comunque più roseo, almeno per il momento.