Non si è ancora diffuso a macchia d’olio il 5G, la nuova velocità di connessione, che già si parla di 6G, ovvero, la sesta generazione. Del resto il mondo della tecnologia è sempre proiettato al futuro, e una sorta di mezzo motto è “quando una cosa esce sul mercato è già vecchia”. Fatto sta che, come scrive l’agenzia Ansa, la sesta generazione di connessioni “è più vicina di quanto si pensi”, e dovrebbe fare la sua comparsa in meno di dieci anni, a partire dal 2030. Da quella data dovrebbe prendere il via quella che l’agenzia di analisi tech Counterpoint ha già ribattezzato “tera economy”, ovvero, una nuova economia basata su dati di enormi dimensioni spostabili nella rete, fino a poco tempo impensabile da realizzare. Molte saranno le novità che faranno leva proprio sul 6G, a cominciare dalla tanto chiacchierata guida autonoma sulle automobili, che di fatto dovrebbe diffondersi in maniera capillare. Ma come dimenticare poi della massiccia diffusione dell’intelligenza artificiale nei dispositivi Internet delle Cose, e infine una serie di mondi 3D basati sulla realtà virtuale e aumentata.
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A riguardo gli analisti spiegano: “Un semplice ologramma 3D a grandezza naturale di tutto il corpo richiederà una larghezza di banda in Tbps (Terabit al secondo) per essere correttamente visualizzato con tecniche di compressione avanzate architettura 6G e capacità radio correlate dovremmo mirare a trasmettere questo ologramma ad alta risoluzione su un collegamento mobile. Ciò estenderà la realtà oltre lo spazio e trasformerà il modo in cui comunichiamo tra noi”. Come dicevamo sopra, questa ipervelocità di connessione è più vicina di quanto si pensi, e a riguardo Sunghyun Choi, capo del centro di ricerca in comunicazioni avanzate di Samsung, aveva spiegato in una recente intervista: “Abbiamo già avviato la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie 6G basandoci sull’esperienza e le capacità che abbiamo accumulato lavorando su più generazioni di tecnologie di comunicazione, tra cui la 5G. In futuro ci impegniamo a guidare la standardizzazione del 6G in collaborazione con diverse parti interessate dei settori industriali, accademici e governativi”. In Italia l’Università di Pisa in collaborazione con il Politecnico di Torino sperimenteranno il 6G nell’ambito del progetto Hexa-X finanziato dall’Unione Europea.
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