La pandemia da Covid-19 ha definitivamente switchato il concetto di lavoro, sempre più smart working. La modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro, va però gestita. Specificata.
Già c’è differenza fra smart working e telelavoro: lo smart working prevede una forma di lavoro promiscua basata sul rapporto fra lavoratore e ogni singola azienda, il telelavoro è invece complementare al lavoro tradizionale, in pratica un sottoinsieme dello smart.
Smart Working, la decisione del Parlamento Europeo
Da Strasburgo sono intervenuti direttamente, per mettere i puntini sulle “i”, visto che la lontananza fra i diretti interesse e le diverse modalità di smart working, talvolta, entrano nella sfera privata.
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La proposta presentata al Parlamento Europeo riguardante la disconnessione come un diritto fondamentale del cittadino-lavoratore è passata, con una larga maggioranza: 472 voti favorevoli, 126 contrari e 83 astensioni. Il diritto alla disconnessione è qualcosa che, più di ogni altro elemento, rappresenta una difesa della sfera personale al cospetto dell’invadenza del digitale.
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Da Strasburgo si fa chiarezza, quindi: “Nonostante il telelavoro sia stato determinante per tutelare posti di lavoro e attività durante la crisi di Covid-19 – si legge nel comunicato ufficiale – la combinazione di orari di lavoro prolungati e di maggiori sollecitazioni sui lavoratori ha visto crescere i casi di ansia, depressione, esaurimento e altri disturbi fisici e mentali“.
Alex Agius Saliba aggiunge: “Non possiamo abbandonare milioni di lavoratori europei che sono stremati dalla pressione di essere sempre connessi e da orari di lavoro troppo lunghi – sottolinea Saliba – ora è il momento di stare al loro fianco e dare loro ciò che meritano: il diritto di staccare la spina. Questo è vitale per la nostra salute mentale e fisica. È tempo di aggiornare i diritti dei lavoratori in modo che corrispondano alle nuove realtà dell’era digitale”.
In Italia anche il governo nell’ultimo DPCM del 14 gennaio ha sottolineato che si raccomanda il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile, ponendo l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla parità di trattamento rispetto a chi esegue la prestazione con modalità ordinarie, tutelando il lavorato in caso di infortuni, malattie professionali. E ora anche con il diritto alla disconnessione.