Google se ne andrà dall’Australia. Uno scenario apocalittico che creerebbe un precedente importantissimo nello scacchiere della fruizione online dei contenuti.
Continua la lotta tra Google e Governo Federale australiano. Il colosso del web è in battaglia da diverso tempo contro le istituzioni australiane, ed ora arriva la minaccia più grave. Se dovesse passare la legge che renderà le notizie sul web a pagamento, Big G sarà costretta a ritirare completamente alcuni suoi servizi dal territorio. Una legge che imporrebbe alla società di pagare i media australiani per il diritto di collegarsi ai contenuti. Ma Big G non vuole saperne e minaccia di andarsene – sbattendo la porta.
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A parlare è stato l’amministratore delegato di Google Australia, Mel Silva, intervenuta oggi, 22 gennaio. Se il codice di condotta proposto fosse approvato, Google sarà costretta a ritirare la Ricerca Google dall’Australia. “Nel caso in cui la versione del codice diventasse legge, non avremmo altra scelta se non smettere di rendere disponibile la Ricerca Google in Australia“, le parole di Silva all’inchiesta del Senato.
Un codice, a detta dell’AD australiana di Google, attualmente “impraticabile“. Ciò nonostante si tratterebbe dello scenario peggiore, un ultimatum volto a far cambiare idea al Governo federale. A stilare il codice, l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC), che ha così deciso di cambiare radicalmente la condivisione delle entrate generate dall’uso dei contenuti prodotti dalle agenzie stampa.
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Uno scenario che, secondo Google e Facebook, costringerebbe al pagamento gli utenti per mostrare link e frammenti di notizie nei risultati di ricerca. Silva, intervenuta sul canale YouTube di Google, ha affermato che questo requisito va contro il modo in cui funziona la ricerca Google: “Non è il modo con cui funzionano i motori di ricerca“.