Trump: Mac Pro in regalo. Il CEO di Apple, Tim Cook, ha donato all’ex Presidente degli Stati Uniti il Mac più potente della line-up.
Un Mac Pro speciale. Il CEO di Apple, Tim Cook, ha donato all’ex Presidente degli Stati Uniti il primo modello di punta della Mela, prodotto nella fabbrica di Austin, in Texas, nel 2019. A riferirlo una nota informativa di trasparenza finanziaria condivisa dalla Mela nelle ultime ore.
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In particolare, a parlare del regalo a Trump, è stato The Verge: un Mac Pro speciale, proprio perché fu il primo in assoluto (della nuova generazione) creato nella fabbrica texana Flextronics di Austin. Il Mac di punta della line-up Apple è solo l’ultimo di una lista di regali concessi all’ex presidente degli Stati Uniti. La lista completa è stata condivisa da David Enrich su Twitter. Il valore della macchina in questione si aggira intorno ai 6 mila dollari e non è in assoluto la prima produzione del nuovo stabilimento texano. Già nel 2013 furono prodotti i Mac Pro di quell’annata.
Check out the gifts that people –– including the CEOs of @Boeing, @Ford and @Apple –– gave Trump. (from his final financial disclosure report, released today) https://t.co/nJYwiIxvAB pic.twitter.com/WiZP5HZ3EJ
— David Enrich (@davidenrich) January 21, 2021
La fabbrica di Austin è una mosca bianca nella filiera produttiva di Apple. Se da un lato la produzione di massa dei suoi prodotti di punta come iPhone e più in generale i device mainstream sono assemblati e prodotti in Cina, Mac Pro viene prodotto ed assemblato completamente negli Stati Uniti. Il basso volume di richiesta ha fatto sì che si potesse evitare la delocalizzazione. Questo anche grazie alle politiche di Trump, nonché alle esenzioni tariffarie volute dalla sua amministrazione negli ultimi anni.
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Trump e Cook hanno mantenuto negli anni del mandato presidenziale un rapporto piuttosto altalenante. Da un lato le politiche sulla tassazione e la riforma fiscale di Trump hanno sempre agevolato aziende come Apple e più in generale realtà le americane. Dall’altro Cook si è spesso trovato in contrapposizione con le sue politiche più “umanitarie”, come le visioni sull’immigrazione.