Ben 82 emittenti locali, facenti parte dell’associazione Cnrt-Tpd (Coordinamento Nazionale Reti Televisive), chiedono al Ministero dello Sviluppo Economico una proroga di 30 giorni del cosiddetto “bando frequenze”.
Il Presidente dell’associazione ed editore di Telecapri, Costantino Federico, ha specificato i motivi della richiesta da parte degli 82 membri aderenti.
Bando frequenze, la chiusura natalizia non agevola gli espletamenti necessari
La data del 30 gennaio è troppo ravvicinata per la scadenza del bando, uscito il 16 dicembre scorso, perché “la tempistica richiesta per la presentazione della domanda, considerato anche il trascorso periodo di festività natalizie con conseguente chiusura degli uffici, è da ritenersi insufficiente all’espletamento di tutti i necessari adempimenti volti alla presentazione della suddetta domanda”.
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E’ quanto si legge in una nota ufficiale rilasciata da Federico, presidente di Cnrt-Tpd, a proposito dei termini del bando. Che riguarda l’assegnazione agli operatori di rete dei diritti d’uso delle frequenze in digitale terrestre alle reti di primo e secondo livello.
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Le aree tecniche interessate dal bando frequenze sono Liguria, Toscana, Umbria,Molise, Campania, Puglia e Basilicata, Marche, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. E la domanda di partecipazione alla procedura deve essere completata entro il 30 gennaio.
Purtroppo gli operatori televisivi locali lamentano una seria difficoltà ad espletare tutti gli adempimenti necessari entro la data prevista. E’ questo il motivo per cui il Cnrt chiede “il differimento dei termini di presentazione delle domande di almeno 30 giorni, affinché si possa consentire agli operatori di rete di completare tutte le pratiche del caso“.
Secondo Costantino Federico, va anche considerato il particolare momento di crisi economica, che mette in seria difficoltà gli imprenditori del settore. Per questo motivo “ci si attende piena comprensione da parte del Ministero – continua il presidente – sempre attento alle esigenze degli operatori locali, con un allungamento dei tempi che consentirebbe più respiro e la possibilità di proseguire l’attività per molti di essi“.