DVB-T2, un’abbreviazione con la quale – volente o nolente – tutti gli utenti dovranno avere a che fare. Nel 2021. Perché il Digitale Terreste è cambiato, si sta evolvendo. E per guardare la tv bisogna averlo per forza. Conoscerlo.
DVB-T2, ovvero Digital Video Broadcasting (Second Generation Terrestrial) nelle telecomunicazioni è un’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB, per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre.
Digitale Terrestre 2021, la roadmap ministeriale
La roadmap tracciata dal Ministero dello Sviluppo Economico prevede, fra le altre innovazioni, l’attivazione della codifica MPEG-4 (disponibile anche sulle TV di prima generazione) già a partire già dalla fine del 2021.
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La transizione verso il segnale del nuovo digitale terrestre produrrà due veri e propri passaggi tecnologici, che avverranno anch’essi gradualmente e in due date distinte.
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Nella prima, prevista per l’1 settembre 2021, cambia lo standard di compressione e codifica (abbandono delll’MPEG-2 a favore di standard successivi come MPEG-4 o superiori) ma con una tempistica attuativa che varierà da regione a regione.
Nella seconda, prevista tra il 21 e il 30 giugno 2022, si passerà invece dal DVB-T al DVB-T2 (con codifica H. 265 o HEVC), lo standard trasmissivo di seconda generazione. Quali sono, però, in pratica i miglioramenti?
Sicuramente in termini di costi per ogni singolo canale di trasmissione, perché il DVB-T2 offre la possibilità di selezionare una varietà di opzioni differenti per soddisfare i requisiti dei vari operatori di rete.
Un miglioramento della ricezione grazie all’ausilio apparati fissi e portatili, che aumentano il “bitrate”, la quantità di informazioni digitali (bit, Megabit, kilobit) trasferita o registrata nell’unità di tempo.
I segnali ravvicinati non interferiscono più tra loro grazie al sistema Multiplex a Divisione di Frequenza Ortogonale (chiamato in gergo OFDM, ossia Orthogonal Frequency Division Multiplex) e consentono una migliore ricezione dei dati televisivi, anche in presenza di interferenze e di livelli di rumori elevati.
Sfruttando il DVB-T2, le emittenti potranno inoltre offrire servizi nuovi, aumentando la fidelizzazione dei propri spettatori.
Con il Digitale Terrestre 2.0 si possono percorrere due strade: acquistare un nuovo televisore che supporta il DVB T2, oppure acquistare un decoder ad hoc. Con una accortezza che fa rima con certezza: tutti i televisori in vendita dal 1 gennaio 2017 integrano un decoder DVB T2. Per essere sicuri, bisogna controllare sulla scatola se è presente un bollino con la scritta Dgtvi Platinum. Il Digitale Terrestre 2.0 è già qui.