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Il virus Egregor miete danni: più di 150 vittime da settembre. Allarme Fbi

Virus Egregor (Foto Bbc)

C’è un nuovo virus, tale Egregor, che sta facendo seri danni in tutto il mondo. A lanciare l’allarme è stato niente di meno che l’Fbi, il Federal Bureu of Investigation d’oltre oceano, che ha sottolineato come siano più di 150 le vittime in tutto il mondo da settembre 2020 ad oggi. Nel dettaglio il virus Egregor è un malware che penetra nelle reti aziendali, quindi modifica i dati rubati criptandoli, e poi chiede un ricatto alle sue stesse vittime per riavere libero accesso a quanto sottrattogli ingiustamente. Un pericolo che ha già fatto danni importanti a grandi nomi, come ad esempio la software house Ubisoft (Assassin’s Creed giusto per citare uno dei suoi tripla A), ma anche Crytek, altra software house, quindi Randstad, Barnes and Noble, Cencosud e persino la TransLink, che è una compagnia che gestisce la metropolitana di Vancouver, in Canada. L’Fbi ha consigliato alle aziende che abbiano subito un attacco hacker di questo tipo di non pagare il ricatto ma di denunciare il tutto alle autorità: pagando, infatti, non si è certo di rientrare in possesso dei propri dati sottoposti a crittografia, entrando quindi in un vortice senza fine.

Virus Egregor (Foto Bbc)

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VIRUS EGREGOR: COME DIFENDERSI IN POCHE MOSSE

Dietro quest’avviso dell’Fbi si nasconde anche il rischio di violare la legge del territorio statunitense da parte di chi aiuta le aziende a riavere indietro i propri dati, pagando una somma in denaro quasi sempre in moneta virtuale come i Bitcoin (impossibile da tracciare). Il Federal Bureu of Investigation consiglia quindi le aziende su come operare quotidianamente per evitare di incappare in attacchi hacker di questo tipo, a cominciare dal fare un backup regolare dei dati critici e sensibili. Importantissimo anche installare e aggiornare regolarmente gli antivirus, ed inoltre, sarebbe sempre meglio utilizzare delle connessioni di rete sicure, evitando invece il Wi-Fi pubblico, decisamente più rischioso in quanto “penetrabile”. Infine, è sempre buona norma usare l’autenticazione a due fattori, ed evitare sempre di cliccare su link o email sospetti.

Roberto Mazzucchelli

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