Il Coronavirus è mutato ancora. Dopo la variante inglese, si rileva una nuova forma in Sudafrica, ma non sembra pericolosa.
I primi momenti legati alla notizia della variante inglese ha riportato alla paura iniziale della pandemia. Per fortuna, nel giro di poco tempo, gli esperti hanno rassicurato sulla non gravità della nuova forma.
Ora, però, bisogna fare i conti con un’altra mutazione. Il primo caso è stato rilevato in Sudafrica, ma come per quella del Regno Unito, anche questa non sembra essere pericolosa.
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La variante sudafricana del Coronavirus
Dalle prime analisi, anche questa trasformazione del virus sembra, principalmente, comportare una maggiore rapidità di contagio, ancor più della variante inglese. La nuova forma viene riconosciuta con la sigla 501.V2 ed ora è sottoposta a diverse analisi.
A quanto pare, le due varianti sono simili, ma hanno avuto origine diversa. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha informato che la tipologia 501.V2 è stata identificata in Sudafrica, per la prima volta, verso metà novembre. In seguito ad un programma di sorveglianza epidemiologica, le autorità locali hanno confermato la presenza di una nuova variante il 18 dicembre.
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Si ipotizza che la variante 501.V2 abbia iniziato a circolare già alla fine di agosto. Ciò significa che eventuali spostamenti dal Sudafrica potrebbe aver messo a rischio altre zone d’Europa e di altri continenti. Difatti, alcuni casi con caratteristiche simili sono stati identificati in Finlandia e Svizzera, nonché in alcuni paesi asiatici e in Australia.
Eventuali rischi ed efficacia del vaccino
Finora il timore riguarda solo l’alta carica virale, in quanto sembra contagiare più rapidamente della variante inglese. Non si evidenziano altri sintomi o particolari effetti della malattia, ma gli esperti stanno analizzando a fondo la mutazione per poter dare risposte più sicure.
Sulla questione vaccino, la risposta è la medesima della variante inglese: poiché il farmaco stimola la produzione di diversi tipi di anticorpi, le attuali mutazione non sono tali da poter resistere al suo effetto. È possibile, però, che la protezione possa risultare più blanda e richiedere più tempo per entrare in circolo.
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Gli esperti hanno dichiarato che il virus continuerà a mutare, questo non deve assolutamente provocare allarmismi. Tutti i nuovi casi sotto controllo e, per ora, non ci sono sintomi che lasciano pensare ad una nuova pericolosa epidemia.