La scienza continua a studiare il Coronavirus e, ogni giorno, si scoprono cose nuove, come il fatto che può legarsi ai nostri cromosomi.
La notizia potrebbe sembrare preoccupante, ma non è così. Lo studio relativo all’attaccamento del virus ai nostri cromosomi non comporta ulteriori rischi o uno stadio più avanzato della malattia. Semplicemente, potrebbe spiegare il perché di alcuni decorsi più lunghi di altri.
Durante questi lunghi mesi di pandemia, tra le tante incongruenze rilevate tra un contagio e un altro, molte volte è apparso strano che alcuni soggetti siano risultati positivi anche al secondo, al terzo e al quarto tampone. Malgrado, a volte, si trattasse di asintomatici, il virus non ne voleva sapere di andar via.
POTREBBE INTERESSARTI –> Come ti cambio l’e-commerce: ecco le direttive PSD2
Il Coronavirus si incatena ai cromosomi
La scoperta giunge dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), dove un team di ricercatori ha notato l’aderenza del virus ad alcuni cromosomi. Questi ultimi, dunque, si legherebbero al genoma del virus, come rilevato per altre malattie in passato.
Un caso simile, infatti, avviene con l’HIV: l’unica importantissima differenza è che, al contrario dell’HIV, qui l’attaccamento ai cromosomi non è permanente. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista pre-print bioRxiv.
D’altra parte, è stato dimostrato ampiamente che qualunque virus inserisce del materiale genetico nelle cellule che infetta. Per fortuna, resta sempre indipendente dal DNA.
POTREBBE INTERESSARTI –> Huawei MateBook X Pro 2021, cresce l’attesa: s’avvicina l’uscita
Non tutti gli scienziati nel mondo concordano con questa ricerca. Alcuni ritengono sia impressionante ma incompleta. Altri riconoscono, tutto sommato, la rilevanza biologica dell’analisi. Bisognerà verificare, nel tempo e con altri esami, la validità di questa teoria.