L’attacco hacker avvenuto in casa Microsoft è per certi versi clamoroso: alcuni criminali della rete hanno infatti violato l’azienda californiana riuscendo a leggere parte del codice sorgente che sta alla base del sistema operativo installato su miliardi di computer in tutto il mondo. A renderlo noto è stata la stessa azienda di Mountain View, che nel contempo ha cercato di tranquillizzare il grande pubblico, sottolineando come gli hacker non abbiano di fatto fatto alcun danno, non avendo rubato dati sensibili degli utenti, e nemmeno carpito informazioni che potrebbero danneggiare dei terzi. “Non abbiamo trovato alcuna prova – ha affermato Brad Smith, numero uno di Microsoft – di accesso ai servizi di produzione o ai dati dei clienti” e “nessuna indicazione che i nostri sistemi siano stati utilizzati per attaccare altri”. Il numero uno dell’azienda Big Tech era già intervenuto ad inizio mese di dicembre, quando diversi sistemi informatici degli Stati Uniti erano stati attaccati, e in aggiunta anche numerose piattaforme Google: “Questo non è il classico spionaggio – aveva detto in quell’occasione Smith – non è solo un attacco a obiettivi specifici, ma alla fiducia e all’affidabilità delle infrastrutture critiche del mondo al fine di far avanzare l’agenzia di intelligence di una nazione”.
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Informazioni sensibili rubate o meno, l’attacco hacker a Microsoft fa riflettere, alla luce del fatto che i criminali informatici stanno dimostrando di essere abili come non mai, in grado di penetrare praticamente qualsiasi sistema informatico, anche quelli ritenuti più sicuri, come appunto quelli di proprietà delle Big Tech d’oltre oceano. Molti puntano il dito contro gli hacker russi, ma anche quelli cinesi, i due storici nemici degli Stati Uniti, ma fino ad oggi nessuno è riuscito a dimostrare che dietro le intrusioni cibernetiche vi fossero proprio i “sudditi” di Vladimir Putin o di Xi Jinping. La cosa certa è che il 2020 è stato un anno d’oro per i criminali della rete, con una serie continui di attacchi a multinazionali, e nel contempo, svariati tentativi di truffe a utenti ignari, sfruttando anche le vulnerabilità psicologiche causate dalla pandemia covid.
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