Grazie ad una ricerca internazionale, sembra ora sia possibile prevedere chi è a rischio contagio Covid-19 attraverso l’emocromo.
Si fanno passi avanti, la ricerca porta ogni giorno nuovi frutti ed il Coronavirus sembra diventare sempre più vulnerabile grazie agli studi di scienziati esperti. Che il virus circoli ancora, è certo, ma inizia man mano a non avere più segreti.
Il sistema di prevenzione ha raggiunto livelli notevoli: tra il distanziamento e le applicazioni da smartphone, tra l’analisi dei diversi sintomi e quella dei soggetti a rischio, si è sempre più vicini a sviluppare efficaci sistemi di prevenzione. Ed ora, anche l’esame emocromocitometrico completo (detto anche emocromo), può darci informazioni sui soggetti più a rischio contagio.
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Emocromo per prevenire contagi da Covid-19
Lo studio intrapreso da un team di ricerca internazionale, coordinato dal Radboud University Medical Center, nei Paesi Bassi, consiste nell’esaminare alcuni valori dell’emocromo, come i globuli, l’emoglobina e l’ematocrito, che consente di rilevare la progressione della malattia.
La ricerca, pubblicata su eLife, ha analizzato i dati di oltre 2500 misurazioni ematologiche di 982 pazienti ospedalizzati in Europa. 64 di questi hanno sviluppato sintomi lievi, 198 sintomi moderati, 323 gravi, 144 critici, 253 fatali. L’indagine, basata su una serie di parametri come sesso, età e durata dei sintomi, ha dimostrato che l’infezione da Covid-19 è associata a specifici cambiamenti nelle cellule del sangue (tra cui linfociti, neutrofili, monociti e globuli rossi).
Questi cambiamenti possono, quindi, evidenziare la progressione della malattia. Ciò è stato utile per verificare quando le cellule immunitarie sono attivate. In questo modo, sarà possibile capire quanto è grave la malattia e come sarà il decorso.
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Lo studio ha un 93% di affidabilità e aiuta a prevedere quali pazienti si riprenderanno senza bisogno della ventilazione, e invece chi necessiterà della terapia intensiva entro un periodo di due settimane.