Il Giappone cavalca l’onda dell’entusiasmo asiatico data dalla svolta cinese del primo satellite 6G al mondo, con la progettazione di un inedito satellite di legno.
“I satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre bruciano e creano minuscole particelle di allumina che galleggiano nella parte più alta dell’atmosfera per molti anni. Questo è un motivo di forte preoccupazione, che influenzerà l’ambiente terrestre”. Il pensiero dell’ingegnere, astronauta e docente Takao Doi, a quanto pare, è stato preso alla lettera. Un punto di partenza per iniziare uno storico progetto.
Satellite di legno at work, l’unione fa la forza
L’agenzia di stampa locale Nikkei ha rivelato nei giorni scorso un accordo fra l’Università di Kyoto e la società privata Sumitomo Forestry per la progettazione di un satellite di legno, con il fine di svolgere ricerca di base e test sul concept stesso dell’utilizzo di materiali in legno in ambienti estremi.
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Come il legno, appunto, straordinario materiale naturale in grado assorbire tali radiazioni, emettendo carica elettrostatica pari a zero, usato molto spesso per la costruzione delle case, nella bioedilizia.
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L’utilizzo del legno semplificherebbe enormemente il lavoro di progettazione, produzione e posizionamento di antenne e sistemi di controllo. E, una volta rientrato sulla terra, brucerebbe senza produrre detriti e senza rilasciare sostanze nocive per il nostro pianeta, spazzando via proprio quella preoccupazione evidenziata da Takao Doi.
Fra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il tempo. L’agenzia nipponica ha ipotizzato ancora un triennio di lavori dal connubio Università di Kyoto-Sumitomo Forestry: ci vogliono ancora tanti studi, anche se filtra ottimismo per l’ufficializzazione del lancio del primo satellite di legno entro il 2023. Perché se la Cina ha chiamato con il recente lancio del primo satellite 6G al mondo, il Giappone vuole rispondere.