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Digitale terrestre, dal 1 gennaio i cambi di frequenza

La rivoluzione del digitale terrestre, presto interamente di seconda generazione DVB-T2, vede coinvolto anche il 5G. Lo switch-off tecnologico televisivo prevede quindi che i telespettatori di alcune regioni d’Italia dovranno cambiare tutta la sintonizzazione dei decoder, pena l’esclusione dalla visione di molti canali.

Antenna 5G (Pixabay)

Gli operatori televisivi del digitale terrestre stanno infatti rilasciando la cosiddetta banda di frequenze a 700 MHz, anche conosciuta come “Banda 700”, che fanno parte dello spettro UHF che va dai 300 ai 3000 MHz. Queste frequenze sono già di pertinenza di una serie di operatori telefonici per la rete 5G, che viaggerà su tre bande: 694-790 MHz, 3.600-3.800 MHz (queste due bande costituiscono le cosiddette frequenze “Sub-6 GHz“) e 26,5-27,5 GHz (le cosiddette onde millimetriche, il 5G più veloce di tutti).

Digitale terrestre, la roadmap della migrazione

Parabola digitale (Pixabay)

La roadmap della migrazione dei canali del digitale terrestre è stata suddivisa in quattro micro aree, denominate da “A” a “D”. Le prime due, “A” e “B”, hanno già migrato frequenze, rispettivamente nei periodo 1 gennaio-31 maggio 2019 e 1 giugno-31 dicembre 2019. A gennaio 2021 toccherà all’area ristretta “D”, mentre la “C” procederà a partire dal 1 settembre prossimo.

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Nell’Area D c’è tutta la Sicilia, eccetto le province di Palermo e Messina, e quindi dovranno risintonizzare di decoder le seguenti province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Ragusa, Siracusa, Trapani. In tutte queste zone cambieranno frequenza tutte le TV locali che attualmente trasmettono su 51-53 UHF e le TV nazionali che trasmettono su 50-52 UHF. Le frequenze cambieranno nell’arco di tempo compreso tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2021.

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A settembre 2021, saranno molte di più le province (Area C) a dover risintonizzare i propri decoder per il digitale terrestre: Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine, Venezia, Treviso, Verona, Vicenza, Rovigo, Padova, Mantova, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Rimini, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro-Urbino, Chieti, Pescara, Teramo, Macerata, Campobasso, Foggia, Campobasso, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Taranto, Lecce, Matera, Cosenza, Crotone, Catanzaro, Reggio Calabria.

Le province di Emilia Romagna, Veneto e Friuli vedranno subito un cambio definitivo di frequenze. Nelle altre sarà assegnata una frequenza provvisoria, quindi poi dovranno cambiare ancora. Ma quando?

Antonino Gallo

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