I primi dati parziali relativi al Cashback di Natale sono decisamente positivi. Stando ad un’analisi effettuata dall’applicazione Satispay, una delle app utilizzabili per ottenere il rimborso, nel mese di dicembre la spesa media è aumentata del 50%, mentre il numero dei pagamenti digitali è cresciuto del 18%. I dati si riferiscono al periodo fra l’8 e il 21 dicembre di quest’anno, in cui sono stati 1.4 milioni gli utenti che hanno speso di più rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019. Un dato senza dubbio molto interessante, tenendo conto del periodo di gravissima crisi economica che stiamo vivendo causa covid. In totale sono stati registrati più di 22 milioni di pagamenti, per un rimborso di circa 37 milioni di euro: “In un periodo così difficile – dice a SkyTg24.it Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano – questa è un’iniziativa che sta stimolando i consumi e sta spingendo a tirar fuori la carta invece del contante”. Altro aspetto lodevole dell’iniziativa, la lotta all’evasione.
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IL CASHBACK DI NATALE E’ UN SUCCESSO: OBIETTIVO, FRONTEGGIARE ANCHE L’EVASIONE
Sempre Valeria Portale ricorda come lo Stato perda ogni anno 24 miliardi di euro, “anche solo eroderne una piccola quota grazie a questa iniziativa – ha aggiunto – con il fatto che molta più gente pagherà con la carta e molti più esercenti dichiareranno l’effettivo fatturato, porterebbe effetti sicuramente grandi e positivi”. Secondo un’analisi effettuata dalla Community Cashless Society Ambrosetti, il piano di Cashback dovrebbe portare alle casse dello stato un gettito in più pari a 4.5 miliardi di euro entro il 2025, sia grazie all’emersione del “sommerso”, sia per via dei pagamenti elettronici, stimati in 36.8 procapite in più. “La media europea è 140 – ha aggiunto ancora Portale – e i best performer ne fanno 300, e non credo che in un paio d’anni arriveremmo a quei livelli. Quest’iniziativa potrà essere efficace e persistente se sarà portata avanti in modo corretto nelle prossime annualità, ma sul tema dell’evasione fiscale, ci vuole molto di più, bisogna cambiare le abitudini degli italiani. È un problema culturale”.