Identificazione tramite Iride Foto di Thomas Breher da Pixabay
L’FBI ha strutturato un nuovo database di identificazione più rapido delle impronte digitali. Il riconoscimento tramite iride evita il contatto con le persone ed offre il responso in un minuto.
Il classico sistema delle impronte digitali non sarà sostituito. Ma, l’introduzione del riconoscimento tramite iride risulterà più accurato. L’FBI ci lavora da tempo: il progetto pilota è partito nel 2013, ma l’uso effettivo è iniziato solo alla fine di settembre di quest’anno.
Si chiama NGI (Next Generation Identification Iris Service) ed il servizio di riconoscimento attraverso l’iride di nuova generazione, grazie all’utilizzo di sensori biometrici.
L’NGI permetterà agli agenti di prendere informazioni senza avere contatti con
la persona indagata, semplicemente inquadrando l’occhio e potranno ricevere informazioni in un minuto circa. Ciò grazie al database che nel tempo è stato sviluppato e gradualmente ampliato.
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Il database strutturato dall’FBI consentirà a tutte le agenzie d’investigazione di collaborare grazie ad informazioni più dettagliate. L’acquisizione attraverso l’iride è particolarmente sofisticata, poiché si tratta della parte dell’occhio con più aspetti distintivi e peculiari per l’identificazione di un soggetto.
L’iride, oltre ad essere pigmentata e a dare colore agli occhi, presenta alcune depressioni chiamate cripte. Queste, insieme al colore e alla pigmentazione, permettono un riconoscimento molto accurato, proprio come quello di un’impronta digitale.
Il dispositivo utilizzato per il riconoscimento è caratterizzato da una fotocamera con un sensore sensibile allo spettro elettromagnetico del vicino infrarosso. Lo scatto deve avvenire in un ambiente controllato. In seguito all’acquisizione, i dati saranno registrati insieme a quelli delle impronte digitali.
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L’utilizzo dell’identificazione dell’iride rappresenterà uno strumento biometrico che sarà aggiunto a tutte le informazioni identificative di un soggetto.
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