L’Europa vuole conoscere l’algoritmo di Google per aiutare le piccole e media imprese ad ottenere un successo maggiore con l’e-commerce
E’ ben noto da tutti che, oltre a cambiare continuamente, l’algoritmo di Google è molto complesso da valutare e capire. Grazie ad esso, per chi non lo sapesse, si ottiene il tanto ambito posizionamento sul motore di ricerca. L’algoritmo infatti valute le piattaforme e determina, attraverso delle regole, se queste meritano il podio nei risultati di ricerca o meno.
La Nielsen Norman, azienda di analisi della user experience, nel 2018 ha calcolato che nel 57% dei casi l’utente si ferma nella parte alta di un sito e nel 74% non scende oltre i due primi blocchi. La rete è strapiena di società pronte ad offrire tecniche di miglioramento del ranking, soprattutto per quelle piccole e medie imprese che spesso fanno difficoltà ad emergere nel calderone dell’e-commerce.
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La Commissione Europea, intanto, ha imposto l’obbligo di svelare gli ingredienti del successo online da parte di colossi come Google, Amazon, Booking, Glovo, Alibaba ed altri. Nel luglio del 2019 è entrato in vigore il regolamento 1150, detto P2b, con cui è stato posto l’obbligo di trasparenza sui termini di servizio. Qualche giorno fa da Bruxelles è arrivato il manuale con le linee guida per la chiarezza sui meccanismi di ranking. Si tratta di un testo di di ventisei pagine in cui vengono elencati i parametri che influiscono sul posizionamento nei motori di ricerca. Sono 101 le variabili prese ad esempio: dalla velocità di caricamento della pagina al protocollo https, passando per le condizioni di check-in in un albergo, i programmi fedeltà, le recensioni ed punteggi degli utenti al pagamento dei banner pubblicitari.
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L’obiettivo dell’Ue è quello di scoperchiare il funzionamento dell’algoritmo senza violare il segreto commerciale delle aziende. Un modo per permettere a piccole e medie imprese di poter competere al meglio. La mossa della vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, è quella costruire un nuovo sistema di regole che possa, appunto, ridurre le distanze con i colossi. Altra intenzione è quella di indagare sulla trasparenza degli stessi ed imporre multe salate ai trasgressori. A concludere quest’operazione arriveranno, il 15 dicembre, il Digital service act e il Digital market act. La Commissione, comunque, si aspetta anche che le piattaforme precisino il peso di ciascun fattore sul ranking, non solo che consegnino i parametri ai venditori.
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