L’antitrust USA lancia accuse di monopolio illegale sulle acquisizioni di Zuckerberg: il ceo di Facebook potrebbe essere costretto a cedere Instagram e Whatsapp.
Il governo degli Stati Uniti fa causa a Facebook per abuso di posizione dominante e comportamento anticompetitivo. In altre parole, monopolio innaturale – e pertanto illegale. Nel mirino della Federal Trade Commission, organo antitrust del governo federale a stelle e strisce, le acquisizioni di Instagram e Whatsapp da parte del gigante dei social network. Il ceo Mark Zuckerberg, già al centro della bufera per la cessione di dati sensibili dei suoi utenti ad aziende terze, potrebbe essere costretto a cedere entrambi i social. Inoltre, la Ftc accusa Facebook di condotta anticompetitiva anche in relazione alla piattaforma video Vine, sviluppata da Twitter nel 2013 e dismessa nel 2016, per averle impedito di utilizzare le proprie API per accedere ai network di amici.
Si tratta di un autentico macigno legale per Facebook, accusato di pratiche anticompetitive che da sempre sono appannaggio dei monopolisti: difendere l’immensa porzione di mercato accumulata azzerando la concorrenza tramite acquisizioni di possibili competitors in embrione. Questo secondo la FTC è accaduto con Instagram e Whatsapp: Zuckerberg e i suoi hanno da subito capito che le due company erano una minaccia verso Facebook e hanno deciso che la fusione era una prospettiva di gran lunga migliore rispetto alla competizione.
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Quando un monopolista acquisisce i suoi possibili futuri competitors, allarga ulteriormente la propria fetta di mercato, rendendo di fatto impossibile o altamente impraticabile l’ingresso di nuovi concorrenti sulla scena. Nel 2012, Facebook sborsò un miliardo per Instagram; mentre nel 2014 furono ben 19 i miliardi pagati per Whatsapp. Zuckerberg si difende facendo notare che all’epoca la Federal Trade Commission non ebbe nulla da ridire. La risposta dell’antitrust è stata irremovibile: nulla le vieta di riesaminare una decisione passata in presenza di nuovi fatti.
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Le indagini della commissione Federale, cioè un organo del governo, vanno avanti dal giugno del 2019. Verso la fine dello scorso anno, inoltre, il procuratore generale di New York, Letitia James, aveva annunciato di essere alla guida di un pool di 46 procuratori generali statali. Un’enormità: in pratica Zuckerberg ha contro gli Stati Uniti d’America in una battaglia legale che si annuncia senza precedenti e che anzi potrebbe dare il là a nuove azioni legali contro tech giants altrettanto illustri e potenti. Inevitabile che il pensiero vada all’impero delle aziende identificate con l’acronimo Faang, e cioè Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google.
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