Piccoli passi avanti verso il progetto FiberCop, la rete unica italiana di fibra ottica. Da mesi ormai se ne parla e nelle scorse ore è stato reso pubblico un comunicato stampa a firma Tim, in cui è stato mostrato il logo del progetto, che potete trovare qui sopra, prima della notizia. Si tratta di un logo in cui c’è il chiaro riferimento a Tim, con il classico simbolo con tanto di tricolore, e la scritta “FiberCop” di colore blu. Ha ricevuto l’approvazione del Consiglio di Amministrazione e “attraverso i colori della bandiera italiana – come si legge nel comunicato di Tim – intende richiamare esplicitamente al ruolo che sarà chiamata a svolgere al servizio del Paese”. Il consiglio di amministrazione di FiberCop si è riunito nella giornata di venerdì, 13 novembre 2020, un altro importante step in vista dell’inizio dell’operatività effettiva dello stesso gruppo, prevista per il primo trimestre dell’anno che verrà, il 2021.
FIBERCOP, IL LOGO UFFICIALE E’ STATO SVELATO: L’OBIETTIVO DEL GRUPPO
Attraverso il comunicato stampa Tim ha fatto sapere quali servizi verranno offerti tramite la neonata rete unica italiana di fibra ottica: “FiberCop – si legge – di cui TIM deterrà il 58%, KKR Infrastructure il 37,5% e Fastweb il 4,5%, offrirà servizi d’accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato, con l’obiettivo di completare i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerare l’adozione dei servizi Ultrabroadband (UBB). FiberCop nasce quindi come progetto per l’innovazione dell’infrastruttura di rete per assicurare, con senso di responsabilità e di urgenza alla luce del momento contingente, l’accelerazione del processo di digitalizzazione in Italia”. Una missione, che l’azienda aggiunge, è espressa in maniera chiara proprio attraverso il logo scelto dalla società e approvato dal Cda. Gli obiettivi postisi da FiberCop sono ambiziosi, visto che la società intende coprire con la fibra a velocità di connessione di 1 Gps entro il 2025 “il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere, corrispondenti ad una copertura del 56% delle unità immobiliari tecniche del Paese”.
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