WindTre prova di nuovo a fare leva sulla questione 5g. Chiede di innalzare i livelli emissione elettromagnetica per consentire un maggiore sviluppo della rete in tutto il paese.
Una situazione ancora molto contorta. Per le aziende di telefonia, è necessario che si provi ad estendere il livello di propagazione della rete, senza dover incorrere in costi insostenibili. Bisogna impostare i limiti alla pari con quelli europei.
L’argomento era già stato affrontato da Vittorio Colao, ex dirigente del Gruppo Vodafone, nel piano di rilancio dell’Italia, senza ottenere grandi risultati.
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L’emissione del 5g in Italia
La battagli di WindTre, come quella di atri operatori, consiste nell’aumentare l’emissione elettromagnetica della nuova rete. Nel nostro paese, il 5g viaggia ad un massimo di 6V/m, rispetto al resto d’Europa, dove la diffusione va dai 28 e 61 V/m. Un limite che non ostacola solo il 5g, ma anche il 3 ed il 4g, comprese radio ed emittenti televisive.
Il problema nasce, come sappiamo, dal timore delle possibili conseguenze delle onde sull’ambiente. Il responsabile degli Affari Esterni e della Sostenibilità di WindTre ha rassicurato tutti sulla sicurezza della rete di quinta generazione. Ha, inoltre, insistito sulla necessità di modificare le norme, in quanto causa di enorme svantaggio rispetto agli altri paesi.
Il limite imposto dall’Italia crea enormi difficoltà anche agli operatori che usano antenne che operano a 26 GHz perché, con questa portata, il segnale è inferiore. Il miglior compromesso potrebbe essere quello di raggiungere i 15-20 V/m, in modo da rientrare nella soglia suggerita dall’ICNIRP (Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti).
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